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8xmille: “È stato la prima esperienza di democrazia fiscale”

"I valori dell’attuale sistema sono di solidarietà e di uguaglianza – assicura il presule -. Un sistema di solidarietà e perequazione. La Chiesa, al pari delle altre confessioni religiose, è così riconosciuta nella sua autonomia. Il sistema si presenta come un tentativo di applicare al sistema fiscale una forma di democrazia diretta"

Lo ha affermato ieri monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei al convegno dal tema “Il Sovvenire nel cammino sinodale”

Mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Conferenza episcopale italiana

Si è svolto ieri pomeriggio a Roma il convegno dal tema “Il Sovvenire nel cammino sinodale”, aperto dall’intervento dell’arcivescovo di Otranto e presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, monsignor Donato Negro: «Prima di chiedere fiducia – afferma il presule – occorre misurare lo stato della nostra credibilità e compiere un rigoroso discernimento. Perché si dà fiducia solo a chi si ritiene affidabile».

Monsignor Donato Negro, presidente della Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica

Una condizione, quest’ultima, che si ottiene facendo leva sulla sensibilità delle persone: «La sensibilizzazione – spiega monsignor Negro – si regge su princìpi di fondo che non possono essere trascurati. Vi è la necessità del recupero di motivazioni forti, rinvenibili solo con un autentico percorso di sensibilizzazione. Dovremmo ritrovarle vive in noi stessi. Se non riusciamo a rinvenirle, dialettica e ogni apparato organizzativo sarà insufficiente a comunicare quella forza che non abbiamo. Solo le motivazioni forti ci porranno in maniera forte ed efficace in un contesto cangiante. Ma chi vuole fare opera di sensibilizzazione, deve essere pronto a investire nella speranza sfuggendo da risultati facili e immediati».

Va fatto quello che l’arcivescovo di Otranto ha definito un “atto di fiducia verso le comunità cristiane”: «Occorre guardare la Chiesa – esorta il presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica – senza il piglio pesante del giudizio e delle motivazioni lamentose. Il lavoro motivazionale richiede, infine, il delicato richiamo delle responsabilità che appartengono alla Chiesa intera. Il nostro ruolo non sarà quello di rilevare le nuove modalità in cui “chiedere”, ma porre segni eloquenti. Anzi, di continuare a essere segno e dono e porci in dialogo con ogni persona di buona volontà che incontriamo sul cammino».

Ha poi ampliato questo concetto l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Giuseppe Baturi: «Il sistema di finanziamento alla Chiesa – sottolinea Baturi – è come uno specchio che permette alla Chiesa di riflettere il proprio ruolo, il rapporto con lo Stato e con i fedeli. Dopo aver ricordate le tappe del sostegno economico alla Chiesa cattolica, il presule ha poi individuato nell’avvenuto accordo del 18 febbraio 1984, tra Repubblica italiana e Santa Sede, uno spartiacque: «Si passava alla cooperazione con lo Stato – osserva il segretario generale della Cei -, l’obiettivo dell’accordo era quello di delineare un assetto di reciproca libertà e di collaborazione. Il cambiamento di sistema di finanziamento costituisce la riforma più rilevante ed emerse solo nell’ultima fase della trattativa».

L’arcivescovo di Cagliari ha poi ricordato che fino a quel momento il sostentamento era caratterizzato da un assegno di congrua per sacerdoti e vescovi e sugli oneri, che gravavano sul bilancio dello Stato per gli interventi agli edifici di culto: «Un sistema – ammette monsignor Baturi – che perpetuava una disparità di condizione. Il cambiamento è avvenuto per il sistema democratico e per un’evoluzione di consapevolezza della Chiesa, perché ogni sistema di finanziamento è come uno specchio che ci restituisce l’immagine della comunità».

Parlando poi del tempo presente e delle sue sfide, l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei ha rilanciato l’importanza dell’otto per mille alla Chiesa cattolica: «I valori dell’attuale sistema sono di solidarietà e di uguaglianza – assicura il presule -. Un sistema di solidarietà e perequazione. La Chiesa, al pari delle altre confessioni religiose, è così riconosciuta nella sua autonomia. Il sistema si presenta come un tentativo di applicare al sistema fiscale una forma di democrazia diretta. L’8xmille è stato la prima esperienza di democrazia fiscale».

Un riferimento, quest’ultimo, alla trasparenza del sistema: «Non può esistere una comunità cristiana – conclude Baturi – che non gestisce i beni per la comunione e per la carità».

About Davide De Amicis (4380 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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