"Il pronunciamento dell’organo consultivo del Consiglio d’Europa - accusa il ginecologo Filippo Maria Boscia - mira a scardinare il diritto all’obiezione di coscienza. Si è obiettori per ragioni morali o deontologiche, ma molti lo diventano, magari dopo avere praticato con convinzione aborti per anni, perché esplodono, per ribellione di fronte ai volti sofferenti di tante donne che poi vengono lasciate sole, per una sorta di burn out e di sindrome della distruzione della vita che si manifesta in chi invece, come il medico, la vita dovrebbe proteggerla"
"Durante il periodo di lockdown con grande senso di responsabilità, misto a sofferenza - ricorda il cardinale Bassetti -, abbiamo accolto le disposizioni governative. Oggi siamo chiamati ad andare oltre. Il tempo presente ci chiede, infatti, di non restringere gli orizzonti del nostro discernimento e del nostro impegno soltanto ai protocolli o alla ricerca di soluzioni immediate"
"Le donne - rileva Acat Italia - vedono vanificato il loro diritto alla difesa e alle circostanze attenuanti e più facilmente vengono etichettate attraverso stereotipi di vario genere: ‘pessime madri’, ‘streghe’, ‘femmes fatales’. Il pregiudizio di genere è pervasivo nel sistema giudiziario e si manifesta sia nel corso delle indagini, da parte delle forze di polizia, sia durante il processo, dove le donne, economicamente svantaggiate e prive di istruzione, non sempre hanno accesso a un procedimento equo"
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