Ultime notizie

Shoah: “Non una ricorrenza, ma un impegno perché non avvenga più”

"Auschwitz, con i suoi lugubri reticolati, le ciminiere e le camere a gas - osserva Sergio Mattarella, presidente della Repubblica - è diventato il simbolo dell’orrore nazista, del male assoluto. Ma è, e deve essere, la testimonianza costante di quali misfatti sia capace l’uomo quando si abbandona, tradendo la sua stessa umanità, a sentimenti, parole e ideologie di odio e di morte"

Lo ha affermato oggi monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, nel Giorno della memoria

Mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana

Oggi in occasione del Giorno della Memoria, a 77 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio 1945, anche la Chiesa italiana ha ricordato il dramma della Shoah: lo sterminio e la persecuzione del popolo ebreo, e di tutte le altre vittime, perpetrato dal regine nazista.

Un anniversario che stamani ha ricordato anche la Chiesa italiana, a margine della seduta del Consiglio episcopale permanente: «Questo giorno non vuole essere una semplice ricorrenza che si ripete di anno in anno – afferma monsignor Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), ma è anche e soprattutto un impegno per il futuro. Perché ciò che è avvenuto, non avvenga mai più. La memoria, infatti, è profondamente legata con il presente e con il futuro».

Per questo, a detta del presule, è importante legare il dramma dell’olocausto al suo racconto a tutti, specialmente ai più giovani: «Ignorare una tragedia così grande per l’umanità – ammonisce monsignor Russo – porta all’indifferenza e al proliferare di quella cultura dello scarto, più volte denunciata da Papa Francesco. L’appello della Chiesa che è in Italia è che il Giorno della memoria sia monito per una cultura di pace, di rispetto e di fratellanza. Purtroppo, nonostante un passato così drammatico, ancora oggi facciamo esperienza quotidiana di minacce e manifestazioni di violenza. Guerre, genocidi, persecuzioni, fanatismi vari continuano a verificarsi, anche se la storia insegna che la violenza non porta mai alla pace. Oggi ribadiamo: mai più crimini così grandi per l’umanità!».

Sergio Mattarella, presidente della Repubblica

MATTARELLA: “LA GIORNATA DELLA MEMORIA CI INVITA A PREVENIRE E COMBATTERE IL RAZZISMO”
In questa giornata carica di ricordo e raccoglimento, anche il presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella ha inviato un messaggio sul tema, indirizzato al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e alla presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni: «La Giornata della Memoria, che si celebra oggi in tutto il mondo – osserva il Capo della Stato -, non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane. Ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire dai banchi di scuola. Perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia».

Quindi il ricordo del presidente Mattarella è tornato a quel 27 gennaio 1945: «Quando le truppe russe entrarono nel campo di Auschwitz, la più imponente e sciagurata macchina di morte mai costruita nella storia dell’umanità – rammenta -, si spalancarono di fronte ai loro occhi le porte dell’Inferno. Nel cuore dell’Europa si era aperta una voragine che aveva inghiottito secoli di civiltà, di diritti, di conquiste, di cultura. Una delirante ideologia basata su grottesche teorie di superiorità razziale – sottolinea Mattarella – aveva cancellato, in poco tempo, i valori antichi di solidarietà, convivenza, tolleranza e perfino i più basilari sentimenti umani: quelli della pietà e della compassione. La storia aveva subìto, in meno di un ventennio, un tragico stravolgimento, tornando a concezioni e pratiche barbare e crudeli, che si pensava fossero retaggio di un passato ormai remoto. Guerra, stermini, eccidi ne furono le tragiche ma inesorabili conseguenze. Auschwitz, con i suoi lugubri reticolati, le ciminiere e le camere a gas, è diventato il simbolo dell’orrore nazista, del male assoluto. Ma è, e deve essere, la testimonianza costante di quali misfatti sia capace l’uomo quando si abbandona, tradendo la sua stessa umanità, a sentimenti, parole e ideologie di odio e di morte».

GUTERRES, ONU: “RICORDARE IL PASSATO È CRUCIALE PER LA SALVAGUARDIA DEL FUTURO”
In ambito internazionale è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: «In questa Giornata – afferma – ricordiamo i 6 milioni di ebrei, uomini, donne e bambini, vittime dell’Olocausto, i Rom e i Sinti, oltre all’innumerevole massa di altre vittime di questo orrore senza precedenti di calcolata crudeltà. L’Olocausto ha definito le Nazioni Unite. Il nostro stesso nome descrive infatti l’alleanza che ha combattuto il regime nazista e i suoi alleati. Il nostro Statuto fu redatto a San Francisco, mentre veniva liberato il campo di concentramento di Dachau».

Antonio Guterres, segretario generale dell‘Onu

Da qui l’importanza della presenza e dell’attività dell’Onu: «Le Nazioni Unite – rilancia Guterres – devono sempre essere in prima linea nella lotta all’antisemitismo e a tutte le altre forme di oscurantismo religioso e di razzismo. Oggi assistiamo a un’allarmante recrudescenza di xenofobia e odio. L’antisemitismo, la forma di pregiudizio più vecchia e persistente, è di nuovo in crescita. Proliferano i tentativi di ridimensionare o addirittura negare l’Olocausto. E nessuna società è immune all’irrazionalità o all’intolleranza».

Il passato insegna: «Non dobbiamo mai dimenticare che si sarebbe potuto scongiurare l’Olocausto – ricorda il segretario generale dell’Onu -. Gli appelli disperati delle vittime non furono ascoltati. In pochi presero posizione e ascoltarono, ancora meno furono quanti si schierarono esprimendo la propria solidarietà. Ricordare il passato è cruciale per la salvaguardia del futuro. Restare in silenzio di fronte all’odio equivale a essere complici».

Per questo Guterres ha rivolto un appello: «Oggi – esorta -, impegniamoci a non essere mai indifferenti alla sofferenza altrui, a non dimenticare mai ciò che accadde e a impedire che cada nell’oblio. Impegniamoci inoltre a restare sempre vigilanti a sostegno di diritti umani e dignità per tutti».

About Davide De Amicis (4522 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
Contact: Website