“Proibire il presepe nei luoghi pubblici e a scuola è un atto di miopia culturale”
Si parla tanto d’integrazione - sottolinea il porporato -, ma integrazione non è azzeramento dell’identità e dei volti ma compresenza e, innanzitutto, reciproca conoscenza, valorizzazione e comprensione, non dico accettazione immediata, dei segni, dei simboli, delle tradizioni"
«Proibire il presepe nei luoghi pubblici e nelle scuole, penso che sia un atto di miopia culturale». Lo ha affermato ieri il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, a margine del tradizionale incontro con i giornalisti per gli auguri di Natale, rispondendo a una domanda sulle polemiche che, anche quest’anno, si sono verificate in merito all’allestimento dei presepi nei luoghi pubblici e, in particolare, negli istituti scolastici italiani: «Se andiamo – osserva Bagnasco – in altri Paesi con altre tradizioni culturali, penso che a nessuno di noi venga in mente di sentirsi offeso, o peggio, di fronte ai segni, religiosi, culturali o alle tradizioni dei vari continenti. Mi pare che questo fatto risponda a un concetto distorto di rispetto e tolleranza».
Semmai, a detta del cardinale, deve essere tutto il contrario: «Si parla tanto d’integrazione – sottolinea il porporato -, ma integrazione non è azzeramento dell’identità e dei volti ma compresenza e, innanzitutto, reciproca conoscenza, valorizzazione e comprensione, non dico accettazione immediata, dei segni, dei simboli, delle tradizioni».
Il cardinale, infine, ha poi ricordato quanto da lui scritto nella lettera di Natale per i bambini del catechismo della diocesi di Genova: «Ho detto loro – conclude il presidente della Cei – di essere un sorriso nelle proprie famiglie, per i propri genitori, nella propria scuola, nei propri ambienti di vita».