Sinodo, Cei: all’Assemblea di maggio la ricezione della fase sapienziale
Le proposte e le indicazioni concrete, sia come esortazioni e orientamenti, sia come determinazioni e delibere, verranno trasmesse al Consiglio episcopale permanente e all’Assemblea generale del maggio 2025. «Un punto molto importante», secondo il Consiglio episcopale permanente della Cei, sarà la recezione, perché dovrà avvenire in forma sinodale con il coinvolgimento di tutte le Chiese locali
I vescovi italiani, nell’ambito del Consiglio episcopale permanente della Conferenza episcopale italiana che si è svolto a Roma da lunedì 22 a mercoledì 24 gennaio, hanno scelto il tema principale della 79ª Assemblea generale che si terrà dal 20 al 23 maggio, ovvero la ricezione della fase sapienziale del Cammino sinodale: «Sarà l’occasione – si legge nel comunicato finale – per accogliere la restituzione proveniente dalle Chiese locali, attraverso il lavoro delle commissioni del Cammino sinodale, avviarsi verso l’ultima fase, quella profetica, ed elaborare il contributo specifico della Conferenza episcopale italiana al Sinodo dei Vescovi».
Durante i lavori, è stato sottolineato il collegamento tra il percorso nazionale e quello universale. La fase sapienziale, infatti, ben si coniuga con la domanda affidata dal Sinodo dei Vescovi: “Come essere Chiesa sinodale in missione?”, dato che i cinque temi indicati come prioritari nelle Linee guida del 2023 (missione, comunicazione, formazione, corresponsabilità e strutture) sono il risultato del biennio della fase narrativa (2021-2022, 2022-2023), il cui primo anno si è svolto in maniera del tutto aderente al Documento preparatorio del Sinodo. Per questa ragione, il Consiglio permanente ha deciso di non aggiungere altre tracce e altre domande, ma di andare avanti nel percorso di “discernimento” che le Chiese in Italia stanno portando avanti. Così è stato approvato il cronoprogramma che scandirà le tappe fino al 2025. Sono previste, tra l’altro, due Assemblee sinodali – dal 15 al 17 novembre 2024 e dal 31 marzo al 4 aprile 2025 – le cui modalità di lavoro saranno definite nei prossimi mesi. Le proposte e le indicazioni concrete, sia come esortazioni e orientamenti, sia come determinazioni e delibere, verranno trasmesse al Consiglio episcopale permanente e all’Assemblea generale del maggio 2025. «Un punto molto importante», secondo il Consiglio episcopale permanente della Cei, sarà la recezione, perché dovrà avvenire in forma sinodale con il coinvolgimento di tutte le Chiese locali.
Inoltre, il Consiglio episcopale permanente ha elaborato anche una versione italiana del rito di istituzione dei catechisti, il cui ministero è stato istituito da Papa Francesco il 10 maggio 2021 con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Antiquum Ministerium”. Questa versione, che verrà approvata definitivamente nell’Assemblea generale di maggio, è frutto dell’interlocuzione con il Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, che il 9 febbraio 2023 aveva accolto la proposta di un adattamento ad experimentum dell’Editio typica del Rito di istituzione di catechisti: «I vescovi – si legge ancora nel comunicato – hanno convenuto sull’opportunità di adeguati cammini di formazione, come previsto dalla Nota ad experimentum del 13 luglio 2022, oltre che di prassi comuni nelle diocesi vicine». È stata così preparata la traduzione in lingua italiana del rito liturgico previsto dal Pontificale Romano: l’adattamento tiene in considerazione le indicazioni della Nota Cei e le scelte stilistiche per gli adattamenti italiani degli altri libri liturgici per le Chiese che sono in Italia.