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Intitolata a Vittorio Bachelet la sede del CSM

"Egli amava la sua famiglia, la sua comunità, la sua associazione, il suo Paese. Amava i valori della nostra Costituzione. Ed è questo amore che ci ha lasciato in eredità" ha affermato il Presidente nazionale di AC, Giuseppe Notarstefano

Fu ucciso dalle Brigate Rosse mentre ne era Vicepresidente. Guidò e riformò l’Azione Cattolica Italiana negli anni del post Concilio

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per l’intitolazione a Vittorio Bachelet della sede del Consiglio Superiore della Magistratura - Foto: Quirinale

A partire da stamattina, il Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno della magistratura, non è più a Palazzo dei Marescialli bensì in Palazzo Vittorio Bachelet. Non si tratta di un trasloco dalla storica sede, ma di una sua nuova intitolazione al suo illustre Vicepresidente, barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse.

Prima del suo servizio alle istituzioni della Repubblica, Bachelet fu Presidente dell’Azione Cattolica Italiana dal 1964 al 1973: furono quegli gli anni cruciali in cui rinnovò l’associazione per attuare il Concilio (così scrisse egli stesso), confezionando il nuovo Statuto e riformando la struttura organizzativa. Anche in quella veste lo ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «È stato protagonista della scelta religiosa [dell’AC], che – come ripeteva – non fu mai intesa come una rinuncia, un abbandono dell’impegno pubblico, ma come un ritorno sincero e umile alle origini, una nuova e coinvolgente riproposizione dei valori essenziali».

Nel 1976 il Parlamento lo elesse membro laico (ossia non magistrato) del CSM, nella stagione più aspra del terrorismo rosso. Parlando di lui come “uomo del dialogo”, il Capo dello Stato ha ricordato come «la sera prima del brutale assassinio, accompagnando a casa l’amico Achille Ardigò, aveva con lui discusso della minaccia terroristica, giungendo alla conclusione, condivisa, che il terrorismo andasse combattuto senza rinunciare ai principi della legalità democratica, nel rispetto delle regole costituzionali, senza ricorrere all’arbitrio, in quanto la Repubblica dispone delle risorse capaci di far prevalere i valori della Costituzione anche nei momenti più critici».

Il 12 febbraio 1980, pochi giorni prima del suo cinquantaquattresimo compleanno, due brigatisti lo uccisero al termine di una sua lezione universitaria: «nella logica criminale dei suoi assassini, — ha spiegato Mattarella — Bachelet rappresentava le istituzioni che contrastavano con determinazione la violenza terroristica utilizzando soltanto gli strumenti costituzionali e, insieme, esprimeva un profondo senso della comunità e della coesione sociale».

«Una piccola notizia che piccola non è. — ha commentato Giuseppe Notarstefano, attuale Presidente nazionale di AC — Vittorio Bachelet ci ha testimoniato che è irrinunciabile impegnarsi per una società più giusta, più equa, più fraterna, senza mai trascendere nella sterile contrapposizione fine a sé stessa. Egli amava la sua famiglia, la sua comunità, la sua associazione, il suo Paese. Amava i valori della nostra Costituzione. Ed è questo amore che ci ha lasciato in eredità».

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Classe 2000, è di Torre de' Passeri. Dopo la maturità scientifica con lode, ha conseguito, con lode e menzione di merito, il titolo di dottore magistrale in giurisprudenza. È attualmente dottorando di ricerca in Diritto civile. Da giugno 2022 è iscritto all'Albo dei Giornalisti, elenco Pubblicisti.

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