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Rapporto Caritas-Zancan: Poveri di diritti

Presentato questa mattina a Roma il Rapporto 2011 di Caritas Italiana e Fondazione Zancan

Presentato questa mattina presso l’Aula Tesi della Pontificia Università Gregoriana in Roma il Rapporto 2011 su povertà ed esclusione sociale in Italia Caritas –Zancan giunto alla sua undicesima edizione. La data non è casuale e coincide con la Giornata mondiale di lotta alla povertà.

8 milioni e 272 mila le persone che vivono in povertà in Italia, pari al 13,8% della popolazione (nel 2010), per un totale di 2,73 milioni di famiglie povere. La povertà è in aumento: erano invece 7 milioni 810 mila nel 2009, il 13,1%. Le donne e i giovani pagano il prezzo più alto. Sono anche aumentate del 19,8% le persone che si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas, con un incremento degli italiani del 42,5%. Il 70% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto sono stranieri. I “nuovi poveri” sono aumentati del 13,8% in quattro anni e del 74% nel Mezzogiorno. Il 20% ha meno di 35 anni. In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero di giovani è aumentato del 59,6%. Tra questi il 76,1% non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. Sono questi alcuni dei dati allarmanti che sono racchiusi nel volume edito da Il Mulino e intitolato “Poveri di diritti”.

«Cogliere i segnali di preoccupazione che giungono in questa fase della vita sociale ed economica e incoraggiare a farsene carico responsabilmente», vista «la riduzione dell’offerta di possibilità per un numero crescente di persone»: è il monito di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che ha preso parte alla presentazione del Rapporto. Il segretario della Cei ha riassunto alcuni dati contenuti nel Rapporto, che dimostrano un generalizzato aumento della povertà e di “nuovi poveri” nel Paese e il “progressivo coinvolgimento in situazioni di temporanea difficoltà economica di persone e famiglie tradizionalmente estranee al fenomeno”.

La copertina del volume

I dati sono preoccupanti tanto più che si parla di una negazione dei diritti di base dell’essere umano come il diritto alla casa, al lavoro, alla famiglia, alla salute, all’alimentazione, all’educazione e alla giustizia. In modo particolare si denuncia un investimento di risorse non sempre adeguato alle necessità e investito in modo giusto e utile.

Inoltre si denota come solo un terzo dei giovani riesce a migliorare la propria condizione sociale rispetto a quella dei genitori: «È un fenomeno che mai si era verificato prima d’ora nel nostro Paese – annuncia mons.Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana – e che rischia di intaccare il capitale di fiducia necessario per garantire nel tempo sviluppo e promozione sociale».

Le notizie non sono del tutto negative per la nostra Regione dove la percentuale della povertà è diminuita dell’1.1% rispetto all’ultimo rilevamento datato 2008. Nonostante questo dai dati si evince come aumentano del 25,4% le famiglie che non riescono a sostenere spese impreviste di 750 euro; aumentano del 12,1% le famiglie che arrivano a  fine mese  con molta difficoltà;  aumentano del 9,5% le famiglie che risultano deprivate secondo l’Indice Eurostat. Un dato che non può farci dormire sonni tranquilli ma che deve spingere verso una ricerca più onesta del rispetto dei diritti di tutti e in particolare dei più deboli.