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“Servendo ho trovato gioia. Più dai, più ricevi!”

"Mi è costato spostarmi, di qualche centinaio di metri, ma a me la Cattedrale sembrava una cosa grande. Io sono piccolino, sono limitato, sono un povero prete, ma ho obbedito. Direbbe Papa Giovanni XXIII “Obbedienza è pace”

Lo ha affermato stamani monsignor Francesco Santuccione, parroco della Cattedrale di San Cetteo, ricevendo la benemerenza del “Ciatté d’oro”

Monsignor Francesco Santuccione riceve il Ciattè d'oro,dall'arcivescovoValentinetti con il sindaco Carlo Masci e il presidente del Consiglio Comunale Gianni Santilli

«Servendo ho trovato gioia». Con queste parole, estrapolate dal libro delle preghiere delle esequie del suo indimenticato parroco, stamani il parroco della Cattedrale di San Cetteo è stato insignito del Ciatté d’oro: le benemerenze civiche che, unitamente ai Delfini d’oro e alle menzioni, ogni anno vengono consegnate a coloro che il sindaco di Pescara Carlo Masci ha definito «ambasciatori della pescaresità» – ringraziati «per quello che hanno dato a Pescara e per quello che ancora daranno a Pescara» – nella sala consiliare il giorno in cui si fa memoria del patrono cittadino e dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, San Cetteo vescovo e martire.

Un riconoscimento, quello attribuito a monsignor Santuccione, deciso dalla Commissione dei saggi designata dall’amministrazione comunale con un’importante motivazione: “Uomo di Chiesa dal 1975 e parroco di San Cetteo dal 2012, ha dedicato la sua vita alla fede diventando guida spirituale della comunità pescarese. Con il sorriso, si è messo a servizio dei bisognosi, sempre seguendo la parola di Dio, facendo della solidarietà e della carità i principi della sua missione. La sua profonda umanità e la sua amorevole perseveranza lo hanno reso un punto di riferimento solido e insostituibile per i pescaresi”.

L’importante premio è stato consegnato a monsignor Francesco Santuccione dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti. Quindi i ringraziamenti, semplici, sentiti e commossi, del parroco della Cattedrale di Pescara, la “chiesa madre” di tutti i pescaresi: «Un grande grazie al Signore – afferma il presbitero -, che mi ha dato la vita, e ai miei genitori che mi hanno fatto nascere. Io sono l’ultimo, il sesto. E poi, grazie a tutte le persone. Al mio parroco, che mi ha aiutato a scoprire la vocazione, poi i vari vescovi. Monsignor Iannucci, monsignor Cuccarese e l’attuale arcivescovo monsignor Valentinetti, i miei confratelli e tutto il popolo che mi ha dato da servire».

A questo punto, don Francesco – come tutti affettuosamente ancora lo chiamano – ha svelato da dove trae ispirazione il suo slancio caritatevole e solidale: «Quando è morto il mio parroco – racconta il parroco di San Cetteo -, nel libro della preghiera ho trovato un foglietto in cui era scritto “Ho sognato che la vita è gioia. Mi sono svegliato, la vita è servizio. Servendo ho trovato la gioia”. Funziona questo! Quando mi apro agli altri, con l’aiuto del “Titolare”, perché ognuno è un po’ egoista, più dai e più ricevi».

Infine, l’abate della Cattedrale di Pescara ha ripercorso le tappe più recenti del suo cammino sacerdotale: «Ringrazio tutte le persone… I miei parrocchiani di San Luigi, dove sono stato per 22 anni e 100 giorni. Poi l’arcivescovo mi ha spinto, ho obbedito… Mi è costato spostarmi, di qualche centinaio di metri, ma a me la Cattedrale sembrava una cosa grande. Io sono piccolino, sono limitato, sono un povero prete, ma ho obbedito. Direbbe Papa Giovanni XXIII “Obbedienza è pace”. Così si è creata una squadra di laici, dall’altare al servizio catechistico a tutte le fasce d’età. Poi gli scout hanno ripreso quota, hanno da poco celebrato i loro cento anni e hanno festeggiato. Poi lo staff di laici che ogni mattina si alterna per offrire la colazione ai tanti poveri che bussano in Cattedrale. Siccome abbiamo cinque porte, vengono a tutte le ore e in tutti i momenti. Qualche pomeriggio ho visto che qualcuno ci si è pure addormentato in Cattedrale, ma la Chiesa dev’essere aperta. È la casa di tutti, è universale. Allora ringrazio Pescara che mi ha accolto, io venivo sempre a Pescara e mi sono sempre sentito a casa. E allora termino dicendo “Nù sem nù”. E ringraziamo Iddio».

About Davide De Amicis (4502 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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