“Entro 2030 cambiamento clima produrrà 250 mila morti in più l’anno”
"Il peso delle malattie e delle morti - secondo Flavia Bustreo, vice direttore generale Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’Oms - causate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento dell’aria non solo è tragico, ma anche evitabile. Stiamo lavorando con i governi e le comunità internazionali per contribuire al tentativo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico"
«Entro il 2030 il cambiamento climatico provocherà ogni anno 250 mila morti in più a causa di malaria e diarrea, stress da caldo e malnutrizione, soprattutto tra i bambini, le donne e tra la popolazione povera più vulnerabile. Quasi 7 milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria, provocato soprattutto dall’insostenibilità del sistema dei trasporti e dalle fonti di energia domestica che contribuiscono, direttamente o indirettamente, al cambiamento climatico».
Sono state queste alcune delle stime diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della Seconda conferenza globale sulla salute e sul clima, svoltasi a Parigi lo scorso fine settimana.
L’incontro tra i ministri della Salute dei governi mondiali, voluto dall’Oms e dal governo francese per l’attuazione degli accordi di Parigi (the Paris Agreement) raggiunti lo scorso 12 dicembre in occasione della COP21 e ratificati lo scorso 21 aprile, rappresenta una prima tappa intermedia in cammino verso la Cop22, in programma in Marocco il prossimo novembre: «Il peso delle malattie e delle morti – secondo Flavia Bustreo, vice direttore generale Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’Oms – causate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento dell’aria non solo è tragico, ma anche evitabile. Stiamo lavorando con i governi e le comunità internazionali per contribuire al tentativo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Monitoreremo attentamente i progressi, per tracciare e comunicare i risultati sulla salute e condividere quelle azioni che si traducono in vite salvate. In particolare le vite dei bambini, delle donne, degli anziani e della popolazione più povera e vulnerabile della società, maggiormente sofferente».
Ma solo l’1,5% dei finanziamenti internazionali destinati ai cambiamenti climatici sono allocati a progetti per la salute, mentre i costi dei danni diretti alla salute causati dal clima saranno compresi tra i 2 e i 4 miliardi di dollari entro il 2030.
Secondo l’Oms è necessario che i Paesi favoriscano politiche che riducano gli effetti del cambiamento climatico in settori economici chiave come i trasporti e l’energia, promuovendo sistemi di trasporto più sostenibili come quello in bicicletta o a piedi, incoraggiando l’attività fisica e un più facile accesso ai servizi cittadini: «L’intesa raggiunta dai governi mondiali – aggiunge Flavia Bustreo – non solo mira a frenare le emissioni di gas serra per mantenere il livello di riscaldamento globale al di sotto di 2°C, ma consente ai paesi di implementare piani di adattamento per la protezione della salute dall’impatto del cambiamento climatico, come le ondate di calore, inondazioni e siccità e il progressivo peggioramento della sicurezza dell’acqua e del cibo. Mi auguro inoltre, che il Governo Italiano durante la guida del prossimo G7 giochi un ruolo di leader nella promozione di queste azioni».