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Bambini: “Sono il futuro della famiglia umana, favoriamo la loro serenità”

Dai dati emerge un’importante crescita del numero di bambini tra i 5 e gli 11 anni impiegati nel lavoro minorile, che rappresentano poco più della metà del numero globale totale

Lo ha affermato Papa Francesco nell’odierna Giornata mondiale contro il lavoro minorile

Papa Francesco

«I bambini sono il futuro della famiglia umana: a tutti noi spetta il compito di favorirne la crescita, la salute e la serenità!». Lo ha affermato oggi Papa Francesco, in un tweet, in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile. E proprio quest’anno, nel 2021, ricorre l’Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile: «Nonostante i miglioramenti avvenuti a livello globale nel corso degli anni – denunciano la Commissione europea e l’Alto rappresentante dell’Unione europea in una nota -, nel 2020 c’erano ancora 160 milioni di bambini costretti al lavoro minorile, con 79 milioni di minori intrappolati in lavori pericolosi. Questo è un duro colpo, poiché per la prima volta negli ultimi 20 anni assistiamo a un aumento del numero di bambini vittime di lavoro minorile. Milioni di bambini rischiano inoltre di essere vittime del lavoro minorile, a causa della pandemia di coronavirus e delle sue conseguenze socioeconomiche. L’Unione europea (Ue) ha un approccio di tolleranza zero contro il lavoro minorile. La strategia dell’Ue sui diritti dell’infanzia assume impegni concreti per adoperarsi per liberare le catene di approvvigionamento delle imprese dal lavoro minorile, nonché rafforzare i sistemi di ispezione del lavoro per il monitoraggio e l’applicazione delle leggi. La protezione dei bambini svolge anche un ruolo chiave nella nuova strategia dell’Ue sulla lotta alla tratta di esseri umani. L’Unione europea opera in tutto il mondo per eliminare il lavoro minorile e proteggere i bambini attraverso la cooperazione allo sviluppo, il dialogo politico, i diritti umani, le politiche sociali, umanitarie e commerciali. Garantire piani di protezione sociale e un’istruzione di qualità sono fattori chiave, che contribuiscono a un calo del lavoro minorile, anche durante le crisi umanitarie».

Un bambino impiegato in lavori pesanti

Dunque sono 160 milioni i bambini costretti al lavoro minorile nel mondo, con un incremento di 8,4 milioni di bambini negli ultimi 4 anni mentre altri milioni a rischio a causa degli impatti del Covid-19. Lo ha rilevato il nuovo rapporto congiunto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) “Child Labour: Global estimates 2020, trends and the road forward”, pubblicato per l’occasione. Il rapporto evidenzia che i progressi per mettere fine il lavoro minorile si sono arrestati per la prima volta in 20 anni, invertendo il precedente trend che vedeva il lavoro minorile diminuire di 94 milioni tra il 2000 e il 2016. Dai dati emerge un’importante crescita del numero di bambini tra i 5 e gli 11 anni impiegati nel lavoro minorile, che rappresentano poco più della metà del numero globale totale.

Il numero di bambini tra i 5 e i 17 anni coinvolti in lavori pericolosi – definiti come lavori che potrebbero minacciare la loro salute, sicurezza o integrità – è di 79 milioni, con un aumento di 6,5 milioni dal 2016. Secondo lo studio, nel settore agricolo è impiegato circa il 70% dei bambini costretti nel lavoro minorile (112 milioni), seguito dal 20% in servizi (31,4 milioni) e 10% nelle fabbriche (16,5 milioni). Il 28% circa dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 35% dei bambini tra i 12 e i 14 anni costretti nel lavoro minorile non vanno a scuola. Il lavoro minorile è maggiormente diffuso tra i ragazzi rispetto alle ragazze in ogni età. Quando si prendono in considerazione i lavori domestici svolti per almeno 21 ore alla settimana, il divario di genere nel lavoro minorile si riduce. La diffusione del lavoro minorile nelle aree rurali (14%) è circa di 3 volte più alta rispetto alle aree urbane (5%).

About Davide De Amicis (4445 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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