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Disabilità: “La risposta è fare rete, l’autonomia si crea dando lavoro”

"Durante la pandemia – denuncia Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana superamento handicap (Fish) - si è verificato un impoverimento delle famiglie di persone con disabilità. Il sistema di welfare non ha funzionato, non è riuscito a proteggerle. Occorre passare da un welfare di protezione a uno di inclusione"

Lo ha affermato suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Cei per la Pastorale di persone disabili

Si è tenuto oggi pomeriggio il convegno online dal tema “Coltivare la vita in ogni età e per ogni persona”, organizzato dalla Fondazione Zancan, che ha visto intervenir dapprima suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Cei per la Pastorale di persone con disabilità: «Si sono fatti grandi progressi verso le persone con disabilità in ambito medico e assistenziale – constata -, ma ancora si constata la cultura dello scarto.- Stiamo terminando un lavoro di mappatura di 200 diocesi sulla cultura dello scarto, coinvolgendo coppie di sposi con disabilità, genitori con figli con disabilità o che li adottano. L’attenzione è stata rivolta al tempo libero delle persone con disabilità. Nelle nostre proposte entrano con le loro, anche per quanto riguarda gli oratori».

Suor Veronica Donatello, responsabile Catechesi per disabili Cei

Quindi la religiosa ha posto l’attenzione sul mondo del lavoro: «La risposta grande è fare rete – sottolinea -, l’unica che possiamo dare, dalla ristorazione all’agricoltura. L’autonomia si crea dando possibilità di lavoro». Le realtà “mappate” nelle diocesi, citate dalla suora, vanno dal servizio operato da persone con disabilità che hanno portato cibo a casa agli anziani, durante il lockdown, alla Casa della gioia in una parrocchia di Roma, dove vivono insieme, fino all’impegno di una comunità ecclesiale di Siracusa, guidata da don Matteo, parroco cieco: «Occorre dedicare attenzione ai luoghi – esorta Suor Veronica Donatello -, riorganizzare e ripensare i sostegni adeguati in una visione olistica della persona con disabilità e non solo socio-assistenziale. Sono state fornite risposte varie in Italia, ma c’è desiderio di rispondere. Nasce da una corresponsabilità che vive dentro il territorio. La maggior parte di questi luoghi non è ‘separata da’, ma ‘dentro’. C’è una responsabilità della comunità. L’altro vive dentro la comunità. Questo si è realizzato perché si è ascoltato cosa desiderano le persone con disabilità e per la rete con le istituzioni”. Infine, un auspicio: «Occorre uscire dalla ‘pastorale della delega’, cioè ‘ci devono pensare gli altri’, per metterci in rete e creare luoghi dove esiste il noi».

Vincenzo Falabella, presidente Fish

E l’emergenza sanitaria, legata al Covid-19, ha messo a dura prova le famiglie con persone disabili: «Durante la pandemia – denuncia Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana superamento handicap (Fish) – si è verificato un impoverimento delle famiglie di persone con disabilità. Il sistema di welfare non ha funzionato, non è riuscito a proteggerle. Occorre passare da un welfare di protezione a uno di inclusione. Per fare ciò, bisogna capire cosa non ha avuto efficacia. In modo da potere costruire politiche di intervento. Tutte le norme intervenute a tutela di diritti costituzionali, il più delle volte, non hanno prodotto gli effetti sperati. L’impoverimento delle famiglie con persone con disabilità ha causato un impoverimento sociale. Durante la pandemia, noi abbiamo fatto rete, il Terzo settore è sceso in piazza a loro supporto nelle criticità del momento. Dobbiamo evitare che pandemie future possano aumentare di più questo divari».

Successivamente Falabella si è soffermato a riflettere sull’impegno del Terzo Settore: «Ha supplito alle mancanze dello Stato – riconosce -. Questo è il momento di riformare il nostro sistema di welfare. Vogliamo essere artefici del cambiamento. Costruire un’ordinarietà di interventi con una concreta applicazione. Non basta la norma, il finanziamento pubblico, bisogna fare uscire le famiglie dall’isolamento. Al centro del cambiamento di programmazione e di pensiero vanno messe le famiglie e le persone con disabilità. Non possiamo intervenire pensando a compartimenti stagni. Occorre costruire percorsi di presa in carico e di riconoscimento di diritti di cittadinanza. Questo è il grande cambiamento culturale necessario».

About Davide De Amicis (4553 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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