Sinodo: “Non un evento da fare, ma un modo di essere comunità cristiana”
"Ogni singola comunità diocesana – precisa il cardinale Bassetti - sarà impegnata ad ascoltare se stessa e quanti potranno offrirle un contributo nel discernere la realtà in cui è immersa. Questo processo, dobbiamo dirlo, non parte dal ‘nulla’, ma è originato da quello stile ecclesiale fiorito dal Concilio, e che io stesso ho voluto richiamare nella mia Prolusione all’Assemblea generale dei vescovi italiani dello scorso maggio. Le singole Chiese dovranno non solo elaborare nuove strade o itinerari, ma anche affinare lo sguardo per poter cogliere quei segni di rinascita che già sono presenti e spuntano come piccoli germogli. Ovvero una cura rinnovata per le azioni liturgiche; la riscoperta del ritmo salvifico dell’anno liturgico; la valorizzazione della Parola di Dio letta, meditata e pregata; la catechesi non scolastica e la passione creativa di tanti catechisti ed educatori; i preziosi gesti gratuiti e solidali di carità; la cura per le persone e per i loro passaggi di vita; lo sforzo di trovare linguaggi adatti a muoversi con sapienza nel nuovo mondo digitale"
Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ieri è tornato a parlare del Sinodo della Chiesa italiana, introducendo i lavori lavori della 70ª Settimana di aggiornamento pastorale promossa dal Centro di orientamento pastorale (Cop) ad Assisi sul tema “In cammino verso il Sinodo della Chiesa italiana”: «Il percorso sinodale della Chiesa italiana – spiega il porporato – non vuole essere un evento da celebrare o da fare, ma piuttosto già un modo di essere comunità cristiana, che dopo duemila anni dall’inizio dell’annuncio di Cristo, possa ancora mostrare la bellezza di vivere il Vangelo nella Chiesa».
Un cammino, questo, che dovrà essere senz’altro sinodale: «”La comunità dei credenti, come affermava Papa Francesco nel discorso del 17 ottobre 2015 – ricorda il cardinale Bassetti -, sperimentò sin dall’inizio la sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa”. Dai ‘riassunti’ che si trovano nel libro degli Atti degli Apostoli, e che descrivono la vita della comunità primitiva, si comprende che la Chiesa più che parlare di come ‘camminare insieme’, o di stare ‘sulla stessa via’ – espressioni da cui, come sappiamo, deriva il nome ‘sinodo’ – metteva in pratica la sinodalità attraverso un confronto vitale, che avveniva normalmente su questioni emergenti, e che implicava decisioni da prendere con urgenza, anche nella fatica di dover ascoltare e accogliere le opinioni degli altri. Attraverso il cammino sinodale la Chiesa delle origini ha affrontato le sue sfide. Ora è nostro compito trovare il modo di elaborare, insieme, quanto lo Spirito non mancherà di dire alle comunità di fedeli in Cristo».
Quindi il presidente della Cei ha prospettato quello che sarà il compito di ciascuna diocesi che vivrà questo percorso di riflessione: «Ogni singola comunità diocesana – precisa Bassetti – sarà impegnata ad ascoltare se stessa e quanti potranno offrirle un contributo nel discernere la realtà in cui è immersa. Questo processo, dobbiamo dirlo, non parte dal ‘nulla’, ma è originato da quello stile ecclesiale fiorito dal Concilio, e che io stesso ho voluto richiamare nella mia Prolusione all’Assemblea generale dei vescovi italiani dello scorso maggio. Le singole Chiese dovranno non solo elaborare nuove strade o itinerari, ma anche affinare lo sguardo per poter cogliere quei segni di rinascita che già sono presenti e spuntano come piccoli germogli. Ovvero una cura rinnovata per le azioni liturgiche; la riscoperta del ritmo salvifico dell’anno liturgico; la valorizzazione della Parola di Dio letta, meditata e pregata; la catechesi non scolastica e la passione creativa di tanti catechisti ed educatori; i preziosi gesti gratuiti e solidali di carità; la cura per le persone e per i loro passaggi di vita; lo sforzo di trovare linguaggi adatti a muoversi con sapienza nel nuovo mondo digitale». Ma non solo: «Accanto a questi segni di rinascita già visibili – aggiunge il cardinale – ne emergeranno altri nel corso del cammino dei prossimi anni. Certamente ci stiamo accorgendo di che cosa è essenziale per la comunità cristiana, l’annuncio del Vangelo in una fraternità che sia testimonianza credibile della nostra fede».
Quindi il porporato ha rivolto uno sguardo alla realtà attuale: «L’attuale pandemia mondiale – osserva il presidente dei vescovi italiani – ha messo in questione certezze consolidate e conquiste che sembravano irreversibili. Siamo in presenza di fratture sociali, economiche, antropologiche, educative e pastorali. Per questo è opportuno che il cammino sinodale inizi con un esercizio di lettura del presente, con la coscienza che lo sguardo dei credenti e delle comunità cristiane è illuminato dallo Spirito che guida la Chiesa». Quindi il cardinale Gualtiero Bassetti ha richiamato alle parole pronunciate da Papa Francesco durante l’incontro con i membri dell’Ufficio Catechistico nazionale della Cei dello scorso 30 gennaio “La Chiesa italiana deve tornare al Convengo di Firenze, e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi: anche questo processo sarà una catechesi”: «Se a Firenze abbiamo riscoperto che il Vangelo di Gesù è capace di umanizzare l’uomo – denota il cardinale -, la nostra riflessione sul cammino sinodale si deve fondare sul “nuovo umanesimo in Cristo Gesù”, per rispondere alle sfide della nostra realtà, nella quale vediamo sofferenze, smarrimento, rabbia e angoscia per il futuro».
Il porporato ha poi ricordato anche quanto lasciato detto dal Pontefice all’Azione Cattolica italiana “La sinodalità non è cercare una maggioranza, un accordo sopra soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Solo questo non è sinodalità; questo è un bel ‘parlamento cattolico’, va bene, ma non è sinodalità. Perché manca lo Spirito”. Infine l’auspicio del presidente della Conferenza episcopale italiana: «Invoco con voi l’aiuto di Dio – afferma -, perché il cammino sinodale della Chiesa italiana, grazie alla presenza dello Spirito, possa essere una vera e propria ‘catechesi’ che intercetti i bisogni e le attese degli uomini e delle donne di oggi e sappia rispondere con il dono del Vangelo».