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Papa Francesco farà “ponte” con le altre fedi

Ebrei, ortodossi, anglicani e evangelici mostrano soddisfazione per l’elezione di Papa Francesco.

In continuità con il magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, il dialogo interreligioso sarà una priorità imprescindibile anche per Papa Francesco. Nel difficile cammino ecumenico, le prime reazioni all’elezione del Pontefice aprono alla speranza.

Appena un’ora dopo l’“habemus papam”, da New York, Ronald S. Lauder  – presidente  del Congresso ebraico mondiale – ha inviato una nota per esprimere le congratulazioni al nuovo Pontefice. Si legge: «Siamo ansiosi di continuare le strette relazioni tra la Chiesa cattolica e gli ebrei, alimentate nei due decenni passati; papa Francesco non ci è estraneo, perché in questi anni ha frequentato numerosi eventi interreligiosi, organizzati dal congresso ebraico dell’America Latina». «Ha sempre avuto attenzione per le nostre preoccupazioni – prosegue la nota – e siamo sicuri che continuerà a essere un uomo di dialogo, una persona capace di costruire ponti con le altre fedi». Lauder ha anche riconosciuto che con Benedetto XVI «le relazioni cattolico-ebraiche hanno raggiunto livelli senza precedenti»; ha espresso la certezza che «il nuovo pontefice si pronuncerà contro ogni forma di antisemitismo dentro e fuori la Chiesa cattolica, e che prenderà iniziative contro i preti che negano la vergogna dell’olocausto, rafforzando le relazioni tra Vaticano e Israele». «Speriamo che ci possa incontrare presto – conclude Lauder – per discutere insieme le sfide che ci attendono».

Per quanto riguarda la comunità ebraica di Roma, a poche ore dall’elezione, Papa Francesco ha fatto recapitare una lettera personale al Capo Rabbino della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni. Nella missiva il Pontefice promette grande collaborazione nel proseguimento dei rapporti tra cattolici ed ebrei (link lettera del Papa).

Il Patriarca Latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ha rivolto a Papa Francesco un invito ufficale apellegrinare in Terra Santa: «Ahlan wa sahlan, sia il benvenuto!» «Al nuovo Papa – prosegue il testo – esprimiamo le nostre felicitazioni, con la nostra totale e completa adesione, e al tempo stesso assicuriamo il nostro affetto e la nostra preghiera filiale. La nostra comunione è profonda. Grazie in anticipo, Santo Padre, per tutto quello che farà per la Chiesa, per il mondo, e per la sollecitudine pastorale che avrà per il nostro Patriarcato nel corso del suo Pontificato». Nella nota, il patriarca Twal, ha assicurato al Pontefice di continuare a lavorare al Suo fianco, così come con i predecessori, per favorire progressi concreti nel dialogo interreligioso. L’augurio è che il nuovo Pontefice «possa continuare a lavorare per la pace e la giustizia in Medio Oriente, in particolare in Terra Santa».

Anche il Patriarca Daniel della Chiesa ortodossa di Romania, condividendo la gioia della Chiesa cattolica romana, dopo l‘elezione di Sua Santità come Vescovo di Roma e Papa, ha inviato a Papa Francesco un messaggio: «Esprimiamo la speranza che Sua Santità continui a sostenere i fedeli ortodossi rumeni presenti numerosi in vari paesi d‘Europa, in particolare in Italia». Il Patriarca ha invitato il Papa ad esprimere insieme «solidarietà con coloro che soffrono maggiormente della crisi economica e spirituale del mondo contemporaneo, al fine di dare una comune testimonianza al mondo, nello spirito dell‘amore misericordioso di nostro Signore Gesù Cristo».

Il vescovo anglicano di Guildford, Christopher Hill, membro da anni della commissione Arcic per il dialogo tra Chiesa cattolica e Chiesa di Inghilterra, guiderà la delegazione di vescovi anglicani, che parteciperanno, a Roma, alla messa di apertura del Pontificato. «Noi anglicani – dice il vescovo Hill – riconosciamo la realtà del primato universale del vescovo di Roma, il problema è la sua giurisdizione, ovvero «il rapporto tra chiesa locale e chiesa universale dove esiste terreno comune tra le diverse chiese». L’unica persona che possa rappresentare il cristianesimo globale nel suo ministero episcopale è il vescovo di Roma e c’è un vero riconoscimento, da parte nostra, di questo». «La sensibilità di questo Papa per i temi di giustizia sociale promuoverà la cooperazione tra le due Chiese, soprattutto in paesi extraeuropei, come Nigeria e Sudan, dove i cristiani sono minacciati dall’Islam», dice ancora il vescovo Hill. «Le questioni etiche rimangono un ostacolo – aggiunge – perché gli anglicani sono molto divisi tra di loro, per esempio sui matrimoni gay, e le chiese degli Stati Uniti hanno un punto di vista diverso rispetto a quelle inglesi». Dice ancora il vescovo Hill: «Mi è piaciuto l’approccio molto umile di Papa Francesco alla sua carica di vescovo di Roma e il suo “sense of humour” nelle prime parole che ha pronunciato».

Speranze ecumeniche sono state espresse a papa Francesco anche dal presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca (Ekd), Nikolaus Schneider: «inviamo la benedizione per il suo ufficio e i suoi grandi compiti nella Chiesa cattolica romana, e auspichiamo molta forza per le decisioni future con uno sguardo aperto al mondo». «Ci aspettiamo un Papa – prosegue Schneider – che riconosca le diverse fedi e culture, che permetta al femminile di fiorire nella Chiesa e che metta la giustizia e l’integrità della creazione nel cuore delle attività della Chiesa».