“Voglio la mamma”: Mario Adinolfi presenta il suo libro a Pescara
"Con essa - denuncia Marco Presutti, consigliere comunale - ricche persone occidentali si avvalgono della sofferenza fisica di ragazze, provenienti da Paesi in via di sviluppo, utilizzate per la produzione di ovuli e il parto di bambini, assecondando un desiderio di genitorialità negato loro dalla natura"
Aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale e utero in affitto. Sono questi alcuni di quelli che Mario Adinolfi, giornalista e direttore del quotidiano cattolico La croce nonché ex parlamentare del Pd, attacca definendoli falsi miti di progresso e dei quali parlerà domenica a Pescara, alle 17.30 presso la sala consiliare del Comune, presentando il suo ultimo libro intitolato “Voglio la mamma”.
Un incontro-dibattito, organizzato in collaborazione con il Centro servizi per il volontariato, il Forum delle associazioni familiari dell’Abruzzo, il Movimento per la vita Abruzzo, l’associazione culturale San Benedetto e l’associazione Stella del mare, che vista la delicatezza dei temi e lo stile impetuoso di Mario Adinolfi, potrebbe generare polemiche e manifestazioni opposte di associazioni e movimenti a favore.
Ciò accadde lo scorso gennaio a Milano durante un convegno sul tema della famiglia naturale svoltosi presso la sede della Regione Lombardia, alla presenza Mario Adinolfi, quando l’ingresso del Pirellone venne assediato da oltre un migliaio di manifestanti che tacciarono i relatori di omofobia.
Uno scenario che non dovrebbe ripetersi a Pescara: «Non ci sono segnali – rassicura Marco Presutti, consigliere comunale del Pd che patrocina l’evento unitamente al collega di Forza Italia Vincenzo D’Incecco – di alcuna contromanifestazione. Siamo fiduciosi che a Pescara, una città aperta, non si arrivi a questa logica. Questa non è un’iniziativa contro qualcuno, ma per qualcuno».
Ovvero per le donne sfruttate nella pratica dell’utero in affitto, sulla quale Adinolfi ha proposto una moratoria all’Onu intitolata “I figli non si pagano”: «Mediante questa pratica – denuncia Presutti – ricche persone occidentali si avvalgono della sofferenza fisica di ragazze, provenienti da Paesi in via di sviluppo, utilizzate per la produzione di ovuli e il parto di bambini, assecondando un desiderio di genitorialità negato loro dalla natura».
Un pensiero che, questa volta, accomuna i due avversari politici: «Riteniamo – conclude D’Incecco – che i figli debbano essere un dono, quindi non guardiamo solo alla necessità e alla voglia di un genitore di avere un figlio, ma pensiamo anche alla necessità di un figlio di avere dei genitori che sono un padre e una madre».