Governo non tutela legge 40: “Società accoglierà i forti, scartando i fragili”
"Questa fuga del Governo addolora - spiega Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita -, perché prelude all’introduzione nel nostro ordinamento di un pericoloso principio di tipo eugenetico che neppure la stessa legge 194 sull’aborto aveva mai osato invocare. La possibilità di una selezione eugenetica rischia di contribuire al diffondersi di un’idea di società capace di accoglie i sani e i forti e non già i fragili e i malati"
«Sorprende e addolora la decisione della Presidenza del Consiglio di non intervenire martedì 14 davanti alla Consulta per difendere la legge 40/2004 (che disciplina il ricorso alla procreazione medicalmente assistita), nel ricorso promosso contro il divieto di accesso per coppie fertili che desiderano sottoporre preventivamente l’embrione a screening per escludere eventuali malattie genetiche».
Lo ha affermato Gian Luigi Gigli, neo presidente del Movimento per la vita: «Sorprende – spiega -, perché il Governo smentisce in tal modo il dato politico di una legge approvata nel 2004 a larga maggioranza dal Parlamento e sottoposta anche alla prova referendaria. La politica lascia trasparire così una pericolosa subordinazione al potere giudiziario e lascia la legge indifesa di fronte ad un progressivo smantellamento a colpi di sentenze. Il primato della politica vorrebbe che, se si vuol cambiare una legge, lo si faccia nelle aule parlamentari ed alla luce del sole».
E dietro l’assenza del Governo, potrebbe nascondersi anche un altro rischio: «Questa fuga del Governo addolora – avverte il presidente del Movimento per la vita -, perché prelude all’introduzione nel nostro ordinamento di un pericoloso principio di tipo eugenetico, che neppure la stessa legge 194 sull’aborto aveva mai osato invocare. La possibilità di una selezione eugenetica rischia di contribuire al diffondersi di un’idea di società capace di accoglie i sani e i forti e non già i fragili e i malati».
Non a caso, a detta del Movimento per la vita, nel nostro Paese diviene ogni giorno più difficile adottare bambini: «Non esiste – conclude Gian Luigi Gigli – il diritto ad avere un figlio, ancor meno il diritto ad avere un figlio sano. Non esiste un diritto all’autodeterminazione, senza bilanciamento con la tutela dei soggetti fragili coinvolti nelle scelte, a meno che non si pretenda di non considerare più l’embrione umano come un essere umano».