“Uniamo la nostra vita a quella di Cristo: la comunità evangelizzerà unita”
"Un saluto particolare ai fratelli e alle sorelle portatori di disabilità - e ai loro assistenti - che in questo giorno sono qui accorsi per fare il loro Giubileo della speranza - afferma monsignor Tommaso Valentinetti -. È la speranza di una vita bella, buona e felice, che vogliamo chiedere al Signore per noi, per le nostre famiglie, per le persone che hanno maggiori difficoltà e per tutta l'umanità. In particolare, una preghiera per i cardinali che tra qualche giorno si raduneranno in conclave per eleggere il nuovo Sommo Pontefice, perché si lascino sempre più guidare dalla grazia dello Spirito Santo"

Sono stati più di cento i malati che, accompagnati dai familiari ma soprattutto dai volontari della Sottosezione Unitalsi di Pescara, ieri hanno partecipato al Giubileo della speranza loro dedicato dalla Chiesa di Pescara-Penne presso il Santuario di San Nunzio Sulprizio a Pescosansonesco. Quest’ultima è una della quattro chiese giubilari presenti in diocesi, oltre alla Cattedrale di San Cetteo e al Santuario della Divina Misericordia a Pescara, nonché alla chiesa di San Domenico a Penne, nella quale tutti i partecipanti hanno potuto lucrare l’indulgenza plenaria avendo avuto anche la possibilità di accedere al sacramento della confessione, mentre l’assemblea recitava il Santo Rosario.
GIUBILEO: “SPERANZA DI UNA VITA BELLA, BUONA E FELICE CHE CHIEDIAMO AL SIGNORE”

La mattinata di spiritualità è stata chiusa dalla santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, concelebrata dal rettore del Santuario don Nicola Della Rocca, dal direttore della Pastorale della salute dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne don Giancarlo Mandelli e da alcuni cappellani ospedalieri. Il primo pensiero del presule, all’inizio della celebrazione, è stato proprio per i malati e i disabili presenti: «Un caro saluto a tutti i pellegrini – esordisce l’arcivescovo Valentinetti – che si radunano ogni domenica in questo santuario di San Nunzio, ma un saluto particolare ai fratelli e alle sorelle portatori di disabilità – e ai loro assistenti – che in questo giorno sono qui accorsi per fare il loro Giubileo della speranza. È la speranza di una vita bella, buona e felice, che vogliamo chiedere al Signore per noi, per le nostre famiglie, per le persone che hanno maggiori difficoltà e per tutta l’umanità. In particolare una preghiera, che è nella nostra celebrazione eucaristica, per i cardinali che tra qualche giorno si raduneranno in conclave per eleggere il nuovo Sommo Pontefice, perché si lascino sempre più guidare dalla grazia dello Spirito Santo».
Nell’omelia, l’arcivescovo di Pescara-Penne è partito dall’approfondimento del Vangelo al centro della terza domenica di Pasqua (Gv 21,1-19): «Per comprendere bene il brano del Vangelo che è stato proclamato – spiega monsignor Valentinetti -, dobbiamo spiegare sinteticamente quando questo brano è stato composto. Gli studiosi della Sacra Scrittura, ci dicono che il Vangelo di Giovanni è stato scritto intorno all’anno 100 dopo Cristo. È il Vangelo scritto più tardi rispetto agli altri tre, ma ci sono alcune parti del Vangelo di Giovanni che sono state aggiunte dopo un po’ di tempo, forse parecchio tempo dopo. Non per questo non sono ispirati, lo sono ugualmente essendo ugualmente Parola di Dio, ma sono stati aggiunti dopo per mettere in evidenza alcune situazioni che, forse, andavano aiutate e andavano corrette. Questo brano perché è stato scritto perché, in qualche modo, la primitiva comunità cristiana, che ormai era già passata, era già la seconda, la terza generazione, si era un po’ affievolita nella sua capacità di evangelizzazione. Avevano perso un po’ di smalto. Allora, l’autore che scrive questo testo dice che Pietro, simbolicamente, dice agli altri “Io vado a pescare”. Ricordate che cosa aveva detto Gesù a Pietro quando l’aveva chiamato? “Ti farò pescatore di uomini”. Allora Pietro, che era già morto naturalmente, ma simbolicamente la figura di Pietro, riprende il cammino dell’evangelizzazione. Riprende, cioè, con coraggio ad andare a predicare, ad andare ad annunciare la risurrezione di Gesù Cristo dai morti e a proclamare che Gesù è il Signore della loro vita e della nostra vita».

Da qui l’accostamento della realtà dell’epoca a quella attuale: «Il tempo che stiamo vivendo oggi – constata l’arcivescovo Valentinetti – non è molto diverso da quel tempo. Forse la Chiesa, nel tempo, ha perduto un po’ lo smalto di un’evangelizzazione coraggiosa. E allora ci vuole qualcuno che ci ridica “Io vado a pescare”. E sapete chi è stato questo qualcuno ultimamente? Papa Francesco. Lui ha detto con coraggio alla Chiesa “Uscite, riprendete coraggio, riprendete forza, andate a pescare”. Ma non da soli, sempre con Gesù, perché se la Chiesa vuol fare da sola, se tutti quanti noi vogliamo fare da soli, avendo la presunzione di essere autosufficienti, sbagliamo. La pesca è nulla. Solo quando ascolteremo Gesù, che ci dice dove e come andare ad evangelizzare, “buttate la rete dall’altra parte della barca” – il bellissimo miracolo dell’inizio della pesca miracolosa -, solo allora prenderemo tanto di pesci, cioè tanti fratelli e tante sorelle che possono aderire al Vangelo e all’amore del Signore. Ma non basta nemmeno questo. Lui vuole essere partecipe di questa evangelizzazione. Lui, che sta sulla riva e offre pane e pesce e dice “prendete il pesce che avete preso or ora”, vuole mescolare la sua vita con la nostra vita. E noi dobbiamo mescolare la nostra vita con la Sua. Solo questo ci darà la possibilità e la capacità di costruire delle comunità unite, delle comunità che sappiano evangelizzare, ma unite. La famosa rete con 153 grossi pesci, che non si spezza, è l’unità della Chiesa».
CONGREGAZIONI DEI CARDINALI: SI STA LAVORANDO PERCHE’ LA CHIESA RIMANGA UNITA
A tal proposito, il presule ha parlato di ciò in relazione alle Congregazioni dei cardinali che stanno avvenendo in questi giorni, in preparazione del Conclave che avrà inizierà mercoledì 7 maggio alle 16.30: «Questa rete, in questi giorni – accusa l’arcivescovo di Pescara-Penne -, a causa delle chiacchiere che fanno i giornalisti in tutti i modi e in tutte le maniere, viene messa in discussione. Sembrerebbe, se leggete i giornali, che i cardinali siano l’uno contro l’altro “armati”. Non è vero, si sta lavorando perché questa rete non si spezzi, perché questa rete rimanga unita, perché l’unità della Chiesa – nell’individuazione di un nuovo Sommo Pontefice – possa essere l’obiettivo che dobbiamo raggiungere e che la Chiesa deve raggiungere per la grazia dello Spirito Santo. A noi il compito di amare Gesù così come l’ha amato Pietro, che per tre volte è stato interrogato sull’amore, e a noi il dovere di seguirlo ovunque Lui ci voglia portare con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Amen».
DON GIANCARLO MANDELLI: “IL SERVIZIO AI MALATI E AI DISABILI E’ UN SERVIZIO A CRISTO”

Al termine della liturgia eucaristica, è stato il direttore della Pastorale della salute diocesana don Giancarlo Mandelli a intervenire, pronunciando la preghiera conclusiva: «Vorrei ringraziare Sua Eccellenza, monsignor Tommaso – conclude il presbitero -, sempre per la sua disponibilità e l’accoglienza per le disabilità. Un grazie agli operatori dell’Unitalsi, a quelli del Centro San Clemente (della Fondazione Paolo VI operativo a Castiglione a Casauria) e agli altri che sono venuti a vivere assieme a noi questo momento. E allora, che il Signore veramente ci incoraggi ad andare avanti nell’essere al servizio di questi nostri fratelli. Anche se la società li fa come scarto, ognuno di noi deve prendere coscienza che ci sono anche loro. Quindi dobbiamo veramente sperimentare come il servizio a questi fratelli è un servizio al Signore. E allora preghiamo, perché il Signore veramente ci aiuti e ci illumini su questo cammino. Grazie a tutti».
UNITALSI PESCARA: SIAMO LEGATI AL SANTUARIO DI SAN NUNZIO SULPRIZIO

Degli oltre cento malati e disabili presenti, 70 (compresi gli accompagnatori) sono stati accompagnati proprio dalla Sottosezione Unitalsi di Pescara: «Noi – racconta la presidente Rita Circeo – ce l’abbiamo messa tutta per cercare di coinvolgere la maggior parte dei nostri amici, molti per motivi vari non sono qui, ma abbiamo visto una bella grande partecipazione sia della nostra famiglia unitalsiana, ma anche del Pastorale della salute. D’altra parte per noi il Santuario di San Nunzio Sulprizio, con il nostro fondatore Laurino Circeo che era di Pescosansonesco, rappresenta un emblema a cui siamo molto legati. Siamo stati ben felici dell’accoglienza avuta qui da don Nicola, dall’arcivescovo Valentinetti e dal diacono Giancarlo Cirillo, con i quali abbiamo collaborato insieme ad altri per la realizzazione di questo Giubileo, che per noi è proseguito con un pranzo e un momento di preghiera al Santuario del Volto santo di Manoppello».
OGGI LA FESTA DI SAN NUNZIO SULPRIZIO

Oggi, infine, il Santuario di Pescosansonesco vivrà ancora un momento di giubilo con la festa di San Nunzio Sulprizio, caratterizzata dalla santa messa (trasmessa in diretta dall’emittente diocesana Radio Speranza InBlu sugli 87.60 Fm, in streming sul web e in Abruzzo sulle radio Dab) che alle 11 l’arcivescovo Valentinetti presiederà alla presenza dei sindaci dei Comuni della Val Pescara. Al termine, l’urna contenente le reliquie di San Nunzio verrà portata in processione attraverso le vie del borgo vecchio di Pescosansonesco, per poi rientrare in Santuario accompagnata dai fuochi pirotecnici.
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