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La vacanza è essenziale

Dallo stress di tutti i giorni, allo stress della vacanza. Pochi ma “autorevoli” suggerimenti per una vacanza degna di questo nome.

Su una cosa, di certo, converrete: siamo tutti stanchi e bisognosi di un momento di sosta, fisica e spirituale, che ci ricarichi, pur nella consapevolezza che la vita seria inesorabile ritornerà, il tempo di una vacanza. Le statistiche, in questi giorni, sono tutte un susseguirsi di dati per svelarci «chi, quando, come e perché» vada in vacanza. I dati, nel complesso, sono preoccupanti perché dicono che le vacanze degli italiani, a parte i pochi che non hanno difficoltà economiche, durano pochi giorni, addirittura alcuni week end. C’è poi un gran numero, più di un terzo della popolazione, che non può permettersi proprio una vacanza, soprattutto nel sud. Tutto questo conferma la difficoltà economica del paese. Comunque, per quanto è possibile, gli italiani alle vacanze non rinunciano proprio, tanto da ricorrere al finanziamento per pagarsi le ferie. Nell’ultimo anno, più di 35.000 italiani hanno richiesto un prestito per andare in vacanza e dal sud sono arrivate le richieste maggiori. Secondo la ricerca effettuata dal portale Prestiti.it, chi richiede un prestito ha all’incirca 40 anni, cerca un finanziamento di poco meno di 7.000 euro e pianifica un piano di rimborso della durata di 39 mesi, vale a dire poco più di tre anni: in media, gli uomini chiedono poco più di 8.000 euro, contro i quasi 7.000 delle donne. Le zone più parsimoniose, in cui si richiedono finanziamenti minori, sono invece al Centro-Sud: sotto la media nazionale si posizionano le Marche (4.500 euro), l’Abruzzo (4.600 euro) e l’Umbria (4.900 euro). Ai problemi economici, se ne aggiungono di supplementari per anziani e malati: il periodo estivo è spesso segnato dalla solitudine, dalla lontananza dai propri cari e, non da ultimo, un periodo in cui, per l’assenza dei medici di famiglia o per l’inefficienza del sistema sanitario sul territorio, spesso si è costretti a ricorrere a ricoveri coatti o al pronto soccorso, anche per una sola ricetta. Anche per i disabili l’estate è, per eccellenza, il periodo nel quale il proprio corpo, più che un ponte di comunicazione e di relazione con il mondo, è avvertito come un ostacolo, vuoi per l’imperare della non-cultura delle barriere architettoniche, vuoi per i limiti oggettivi che un disabile ha. E’ pur vero che, negli ultimi anni, sono stati fatti alcuni progressi: sono aumentate, ad esempio, le spiagge accessibili per disabili, (clicca link) in gran parte dell’Italia, comprese le città di Pescara e Montesilvano. Chiaramente, come tutti, un disabile vorrebbe andare in vacanza dove vuole e non dove può, ma lamentarsi, ad oltranza, non servirebbe che a bloccare i minimi progressi che sono in atto.

Insomma, tutti cerchiamo, nei limiti delle nostre possibilità, un periodo di vacanza rigenerante. Ma, alla fine, nelle nostre vacanze, troviamo veramente quello che cerchiamo? A volte, si ha l’impressione che le vacanze invece che un riposo, diventino un ulteriore lavoro, un’ulteriore fatica. Bisogna ricercare accuratamente il luogo di destinazione delle vacanze, programmare ogni cosa, comprare tutto ciò che occorre, per ritrovarsi, alla fine di un lungo ed estenuante viaggio, dall’altro capo del mondo, su una spiaggia o una città caotica ad agitarsi da un posto all’altro; risultato: torni indietro più stanco di prima e riparti, con la vita di tutti i giorni, con lo stesso senso di pesantezza con il quale sei partito.

Gesù, che è Maestro della vita, nel Vangelo di alcune domeniche fa (Mc 6, 30-34), ci ha dato una grande lezione sul significato del riposo, fisico e spirituale, e su come raggiungerlo. Il Vangelo ci descrive una giornata particolarmente importante per Gesù ed i suoi discepoli. Quel giorno, infatti, i discepoli erano euforici perché tornavano dalla loro prima missione e volevano condividere con il Maestro la loro gioia, così «gli apostoli si riunirono intorno a Gesù e gli riferivano tutto quello che avevano fatto ed insegnato». Davanti ad una simile euforia, il Maestro, a differenza di qualsiasi leader, non si profonde in ringraziamenti, complimenti o domande per verificare se la missione fosse andata veramente bene, come dicevano; Gesù risponde, perentorio: «venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un pò». Gesù ha a cuore la folla che va da Lui per chiedere speranza, come «pecore senza pastore»: la povertà, la disperazione, il bisogno non ha e non dà tregua. Gesù, però, sa anche che il «prendere sulle proprie spalle l’angoscia del mondo» comporta fatica, nel cuore e nel fisico; sa che gli apostoli «non avevano più neanche tempo di mangiare» e, allora, ordina loro di fermarsi, di ritirarsi in disparte dalla folla, di ritirarsi, con Lui, in un’intimità fatta non di chiacchiere e programmi, ma di silenzio e preghiera.

«Venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un poco»: che bella proposta di vacanza! Vacanza come momento in cui allontanarsi dalla folla, per riposarsi un po’ con il Signore Gesù, garanzia di vero riposo e di vera rigenerazione del fisico e del cuore. Gesù stesso, nel Vangelo, spesso si allontanava da solo, andava in luoghi solitari dove non poteva essere raggiunto perché, come vero Uomo, aveva consapevolezza dei propri limiti e aveva bisogno di ricaricarsi, di ricentrarsi pregando il Padre.

Anche noi dobbiamo imparare a saper rispettare i nostri limiti, dobbiamo imparare a non inseguire sempre e solo modelli di efficienza o, peggio, di efficientismo. Quello che sfianca, veramente, è il dover sempre a tutti i costi dimostrare di fare, di valere, di essere un buon prete, un buon parrocchiano, un buon marito, una brava madre e un irreprensibile lavoratore. E tutti, allora, dobbiamo fare come faceva Gesù e come Gesù ha detto agli apostoli: «Stop! Calma! Un po’ di tempo per me!» Un po’ di tempo per ricentarmi, per revisionare la mia vita, in dialogo con Dio e con me stesso. E’ importante lavorare, ma ogni tanto mi devo chiedere: «Mi va bene questo lavoro? C’è qualcosa che devo fare, qualcosa che devo migliorare?» E’ importante amare, donarsi ai figli e al marito, così come, ogni tanto, è importante fermarsi per interrogarsi: «So veramente amare, mi sento amata, so donarmi o è solo abitudine?» E’ importante dedicarsi alle attività parrocchiali, ma ogni tanto bisogna fermarsi e chiedersi: «Le attività che svolgo sono supportate dalla preghiera, dalla Parola, dall’amore per i fratelli o sono solo attivismo, occasione per stare in compagnia?». E’ importante fare il prete ma, come Gesù ha detto agli apostoli, bisogna anche distaccarsi dalla folla, non farsi travolgere dalle loro necessità, perché l’eccessivo zelo apostolico non è il vero apostolato; il riposo fisico e psichico è necessario anche per un prete, per ri-motivarsi nella ragione della propria missione, attraverso la meditazione e la preghiera.

Tutti dobbiamo smettere di correre, dobbiamo fermarci, anche se fermarsi fa paura, perché nel silenzio emergono le domande e, a volte, si scoprono cose che non si vorrebbero scoprire o vedere ma, lo sappiamo, sola la verità ci rende liberi.

In queste vacanze, non è importante dove andiamo o quando spendiamo, ma ricordiamo di «mettere il Vangelo nella valigia» (Benedetto XVI, Angelus del 3 luglio): predisponiamoci a revisionare noi stessi con Gesù ed in Gesù, per ricentrarci nella nostra vita. Torneremo a casa, non con la sensazione che la vacanza sia servita a farci smaltire la stanchezza accumulata, per riconsegnarci ad un “punto zero” dal quale si riparte a fatica; torneremo, invece, con la sensazione di esserci ritemprati nelle motivazioni e confermati negli obiettivi della nostra vita, il migliore carburante per ripartire. A questo fine, la Chiesa stessa ha molto da offrire: ci sono molti itinerari turistici religiosi che possono favorire e promuovere questo modo di vivere la vacanza, perché visitando luoghi che parlano di Dio, siamo maggiormente sollecitati al Suo ascolto. E, allora, voi mettete il Vangelo nella valigia, mentre io, nel mio post, metto un link nel quale troverete alcune proposte di itinerari turistici religiosi, in Abruzzo come nel resto di Italia (clicca link).

Dio, la natura, l’arte, noi ed i nostri cari: che vacanza essenziale!