Anziani sempre più soli grazie ai tagli

Gli anziani, in Italia, sono sempre più soli e, al tempo stesso, richiedono maggiori attenzioni in un contesto socio-politico caratterizzato da tagli agli stanziamenti i quali hanno provocato una arretramento degli interventi pubblici. È questo il quadro che è emerso, ieri mattina, dalla presentazione del “Rapporto nazionale Filo d’argento”, giunto alla sua quarta edizione, curato dall’Auser, l’associazione di volontariato (sorta in ambito Cgil) impegnata a promuovere un invecchiamento attivo della popolazione attraverso il servizio svolto da oltre 40mila volontari, sparsi in più di 1.400 sedi: «Mentre il volontariato – ha spiegato Michele Mangano, presidente nazionale dell’Auser – fino a poco tempo fa si poteva considerare complementare all’intervento pubblico oggi, a seguito dei tagli di fondi ad ogni livello, le richieste di intervento partono sempre più spesso dagli stessi enti locali, dai servizi sociali, dalle Asl. E quindi il volontariato rischia di divenire non più una forma di sussidiarietà, ma di “sostituzione” nei confronti di un’utenza on bisogno crescenti e sempre meno risorse pubbliche a disposizione».
E secondo il “Rapporto Filo d’argento” a rivolgersi all’Auser, chiamando il numero 800995988, sono soprattutto donne aventi più di 75 anni, residenti nelle regioni centro-settentrionali, a forte rischio di emarginazione. Più in generale al servizio, ogni anno, accedono oltre 430 mila anziani per richiedere aiuti che vanno dall’assistenza, al trasporto, alla soluzione di pratiche burocratiche, all’acquisto di cibo e anche alla “socializzazione”: «Tra i fenomeni che si sono sviluppati ultimamente – ha illustrato Francesco Montemurro, presentando la ricerca – possiamo citare i servizi di trasporto sociale, cioè quelli per raggiungere uffici pubblici, ospedali, ambulatori, centri di riabilitazione. Per lo più vengono svolti da uomini, mentre le volontarie prediligono l’assistenza personale, la compagnia e i piccoli servizi domestici».
E negli ultimi quattro-cinque anni il numero dei servizi svolti dall’associazione, toccando un numero di assistiti che si è portato stabilmente oltre la soglia dei 433mila: «Si tratta di anziani – precisa Mangano – che non sono seguiti dai servizi sociali, sono a forte rischio di emarginazione ed esprimono un grande bisogno di compagnia e la possibilità di muoversi nel territorio». Per loro sono stati erogati 2.201.076 servizi sotto forma di visite, accompagnamenti, incontri, assistenza, il 21% in più rispetto al 2009, praticamente una media di 5 interventi per assistito. Un altro dato allarmante è poi quello definito come il “dramma delle donne delle donne anziane sole”, uno scenario ben presente nelle grandi città del Nord, dove appare evidente la fragilità economica e relazionale delle donne vedove, sole e molto anziane.
Anche su queste ultime si abbatte la “mannaia” dei tagli al sociale, che poi si ripercuotono anche sui volontari, presenti e futuri: «L’associazione – ha ammesso il presidente dell’Auser – così come altre realtà, quali Caritas e Comunità di Sant’Egidio, ha registrato difficoltà nel coinvolgere nuovi volontari in questo settore, inoltre sono in forte riduzione gli stanziamenti sociali pubblici finalizzati all’attivazione di convenzioni e protocolli d’intesa».
E a proposito di volontari, è impossibile non riconoscere nella loro presenza, soprattutto vista la loro età, tutte le problematiche connesse al ristagno economico ed alla crisi occupazionale: «Mentre al Nord i volontari sono per lo più anziani-giovani – ha osservato Montemurro – cioè persone pensionate e in gradi di rendersi utili in favore dei più anziani, al Sud i giovani si rendono disponibili in una sorta di Servizio Civile, per assistere gli altri. È una forma di socialità positiva, magari unita alla speranza che da questo venga anche qualche opportunità di lavoro futuro».