Forte sale in cattedra al Classico

Una lectio magistralis, dedicata alla fede ed alle ragioni della non credenza, divenuta ben presto un confronto sui temi scottanti dell’attualità, come le nozze gay e l’omofobia passando per la politica. Questa la tavola rotonda a cui monsignor Bruno Forte, teologo di fama e arcivescovo di Chieti-Vasto, ieri ha preso parte incontrando gli studenti del quarto e quinto anno del Liceo classico “D’Annunzio”, che hanno gremito l’aula magna dell’istituto lasciandosi coinvolgere dalle riflessioni del presule essendo pienamente a loro agio: «Carissimi giovani – ha esordito monsignor Forte – per me è un dono di Dio essere qui con voi, perché ho l’opportunità di mettermi in discussione, rispondendo anche a domande scomode».
E queste ultime non sono tardate ad arrivare, anticipate però da un tema altrettanto d’impatto in una società come la nostra relativista e secolarizzata, quello della non credenza. Un viaggio spirituale grazie al quale ridefinire il concetto di ateismo: «Mentre il credente – ha spiegato Forte – altro non è che un non credente che ogni giorno si sforza di cominciare a credere, così come il non credente è colui che ogni giorno si sforza di non credere. Siate cercatori di Dio e siate pensanti. Tutto questo vi renderà liberi». Un consiglio, quest’ultimo, che gli alunni hanno accolto in pieno dando poi vita ad un confronto onesto e sincero: «Un esponente della Chiesa è stato perseguito – ha rotto il ghiaccio Roberta Mastrolinti, classe 2 G – perché non vedeva niente di male nei matrimoni gay, nell’amore tra due persone a prescindere dal sesso».
La risposta di monsignor Forte è pacata, ma decisa: «Il matrimonio – ha precisato il teologo – è l’unione tra un uomo e una donna, consacrata da Dio alla famiglia ed alla procreazione. Al contrario, dietro tutta questa enfasi gay si nasconde una sofferenza. Prendiamo ad esempio il caso di Lucio Dalla: se lui per tutta la sua vita non ha voluto rivelare la sua posizione, perché con i suoi funerali hanno dovuto rivelarla? Una cosa è rispettare l’uomo, un’altra è farne una bandiera. L’orgoglio gay è una cosa ridicola e ideologica». Ma gli studenti insistono: «Esiste anche l’orgoglio eterosessuale – ribatte Jacopo Aldamonte, 3 G – ed è quello di chi massacra di botte gli omosessuali perché lo Stato non istituisce il reato di violenza omofobica». Così Padre Bruno, torna a replicare: «Ogni forma di violenza – ha ribadito Forte – va condannata, ma così come la legge sull’omofobia, andrebbero fatte leggi che tutelino altre categorie lasciate sole, come quella dei disabili. Del resto, la Costituzione tutela integralmente la persona umana».
Infine, l’invito dell’arcivescovo è quello di abbandonare la scuola ideologica, affidandosi alla preghiera per capire cosa è giusto fare in ogni sfera della vita, anche della politica: «La politica italiana – ha aggiunto il presule – è così decaduta cercando il consenso della vanità, cercando l’approvazione dei sondaggi. Questa è la dimostrazione di quanto è stata falsa l’azione politica intrapresa, negli ultimi anni, da destra e sinistra, in Italia. Quello che ha fatto il Governo Monti in due mesi la Germania lo ha fatto cinque anni fa ed ora è la locomotiva d’Europa. Ma anche questo Governo, a mio parere, ha commesso degli errori come quello di alzare l’Iva, colpendo tutti, anziché impostare una patrimoniale equa».
Ciao Davide! mi invieresti gentilmente alcune foto dell’evento? a presto