I giovani italiani non si impegnano nel volontariato
I giovani, nella stragrande maggioranza, non si impegnano nel volontariato. Lo rileva il “Rapporto Giovani”, la ricerca promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con Fondazione Cariplo e Università Cattolica, incentrata sui giovani italiani dai 18 ai 29 anni ed effettuata da Ipsos (consultabile sul sito web www.rapportogiovani.it). Infatti, nella sezione dedicata a “volontariato e impegno civile”, emerge che circa il 65% non ci ha mai provato, mentre tra i restanti la maggioranza ne parla come di una cosa passata, il 15,8% con esperienze saltuarie, quasi il 6% con esperienze continuative. Al contrario, rappresenta invece un’attività viva e presente per il 13% che si divide tra impegno saltuario, il 7%, e continuativo, quasi il 6%.
Tra questi ultimi, in particolare, l’attività tende leggermente a diminuire con il crescere dell’età, dal 6,7% dei ventenni al 5,7% dei quasi trentenni: «Con questi risultati – osserva Rita Bichi, docente di sociologia all’Università Cattolica e fra i curatori della ricerca – si rende evidente, ancora una volta e a conferma dei dati già raccolti dalla ricerca dell’Istituto Toniolo, la difficoltà dei giovani italiani a trovare un’identità sociale, e dunque un’appartenenza alla collettività di cui pure fanno parte, che li orienti alla partecipazione, che questa sia di sostegno alle attività sociali o – i numeri ci dicono anche in misura maggiore – relativa alla vita politica del Paese».
L’indagine mostra percentuali lievemente maggiori tra le donne che si impegnano, il 14,6% contro il 12,6% dei coetanei uomini, mentre la sensibilità al volontariato cresce man mano che aumenta il livello d’istruzione, non a caso il 76% di coloro che hanno un titolo di studio basso non ha mai fatto volontariato, contro il 52% di chi possiede un titolo di studio alto. A livello geografico risultano più impegnanti i giovani del Nord, il 40% ha fatto o sta facendo esperienze, rispetto ai coetanei del centro-sud e delle isole, fermi al 33%.
Inoltre, secondo lo studio, appare scarsa l’adesione a gruppi organizzati con oltre l’86% che dichiara di non appartenere a nessuna associazione: «Il trend, rispetto agli ultimi cinque anni, è in calo – conferma la Bichi -, pur se si conferma la moderata crescita dell’impegno femminile. Nel complesso, la fotografia che si ricava da questi dati conferma, accanto a quella relativa ai numeri della disoccupazione giovanile, le preoccupazioni per un futuro che si prospetta foriero di processi di esclusione sociale per larghi strati di popolazione».