Serve il dialogo per combattere la prostituzione
In una città come Montesilvano, dove l’esercizio della prostituzione è ed è sempre stato un fenomeno rilevante in grado di far discutere, come accaduto per la polemica estiva sui box del sesso, non poteva non essere incentrata sullo sfruttamento sessuale la riflessione sulla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ricorsa ieri, ma anticipata domenica da un incontro pubblico sul tema “Prostituzione: il confine tra libertà e schiavitù”, organizzato dall’associazione culturale La città delle donne con il patrocinio dell’amministrazione comunale, ospitato a Palazzo Baldoni: «La violenza in ambito prostitutivo – esordisce Iolanda D’Incecco, presidente dell’associazione – viene espressa con la prepotenza, la malavita organizzata che schiavizza le donne immigrate senza diritti o permesso di soggiorno.
E poi ci sono donne che vi approdano per disperazione e mancanza di sicurezza economica. È questo un discorso ampio, che vogliamo affrontare con le istituzioni per studiare una strategia d’intervento non punitiva, basata sul dialogo tra il mondo della prostituzione e le istituzioni stesse».
Ma ogni azione deve partire dal monitoraggio del fenomeno, efficace nell’area metropolitana pescarese grazie al progetto Agar curato dalla Caritas diocesana in collaborazione con l’associazione On the Road: «Da marzo – racconta Lidia Fiucci, operatrice – abbiamo attivato un’unità di strada che ogni giovedì sera presidia i comuni di Pescara, Montesilvano, Città Sant’Angelo e Silvi incontrando da 50 a 60 ragazze, su tutte rumene e nigeriane per il 95% vittime di sfruttamento, raccogliendo i loro dati e fornendo un biglietto da visita con i contatti per ricevere assistenza medica e legale».
A Montesilvano, comunque, sono allo studio provvedimenti: «Il sindaco Di Mattia – spiega Rosa Pagliuca, assessore alla Cultura – ha già contattato l’associazione On the Road, richiedendo un sostegno progettuale per la presa in carico del problema».