L’Ospedale di Pescara capofila nella lotta all’ictus

È l’Ospedale Civile di Pescara il centro regionale di riferimento in materia di assistenza a pazienti con ictus ischemico, la cosiddetta rete stroke, tanto da occupare ormai il sesto posto in Italia per il numero di trattamenti compiuti dalla Stroke unit, l’Unità di terapia intensiva dedicata al trattamento precoce dell’ictus: «Da tre anni – esordisce Claudio D’Amario, direttore generale della Asl pescarese – siamo attivi sul fronte dell’approccio terapeutico della patologia, che supera l’infarto del miocardio per numero di casi rilevati, sia nel monitoraggio ed ora anche nella radiologia interventistica».
Il protocollo operativo, in questo caso, prevede l’innovativo uso della trombolisi endovenosa: «Considerando – spiega il dottor Armando Mancini, direttore dell’Unità operativa dipartimentale Stroke unit – che nell’85% dei casi viene riscontrato un ictus ischemico, con la chiusura di un vaso cerebrale, rispetto a quello emorragico, con la rottura di un vaso cerebrale, nel primo caso è possibile intervenire iniettando uno specifico farmaco in vena per 60 minuti in grado di scoagulare il sangue». Ma la vera innovazione, l’asso nella manica che rende la Stroke unit pescarese un centro d’eccellenza, è la possibilità di effettuare la trombolisi intraarteriosa: «In questo caso – sottolinea il dottor Mancini -, si raggiunge l’arteria inserendo un sottile catetere che la disostruisce».
A praticarla è il dottor Vincenzo Di Egidio, che vanta il secondo posto in Italia per il numero di trombolisi intraarteriose eseguite, trasferitosi lo scorso anno dal nosocomio teramano: «Una volta – osserva il direttore dell’Unità operativa complessa di Radiologia – era inconcepibile entrare in un vaso cerebrale per disostruirlo. Oggi si può, intervenendo in anestesia totale e dopo un’attenta selezione dei pazienti». Il vantaggio di queste procedure, da applicare nelle prime quattro ore e mezza dall’ictus, è di rendere più rapido e certo il percorso di cura: «Non a caso – precisa il dottor Armando Mancini – nel 2013 il numero delle trombolisi eseguite, 42, è raddoppiato rispetto al 2012. In media ne eseguiamo una a settimana con pazienti che, spesso, arrivano in paralisi e tornano a casa con le proprie gambe».
Se questo è il riferimento regionale, non oso immaginare gli altri!! Oltre al numero valutate anche i casi di successo. Ma quale eccellenza regionale e, addirittura, nazionale! La vita di mio padre la dovrete portare sulla coscienza per sempre. Vergogna!