“Pensiamo al dolore di Gesù dicendo: l’ha fatto per me”
«Questa settimana ci farà bene a tutti noi guardare il Crocifisso, baciare le piaghe di Gesù». Lo ha affermato ieri Papa Francesco pronunciando, davanti a 25 mila fedeli intervenuti in piazza San Pietro, la catechesi all’interno dell’udienza generale del mercoledì. Una catechesi nella quale ha meditato sulla Settimana Santa, partendo dalla partendo dal mistero della Passione di Gesù, che ha preso su di lui tutta la sofferenza umana, ha “indossato” quella sofferenza: «Questa settimana – ripete il Papa – pensiamo tanto al dolore di Gesù e ci diciamo, noi stessi, che questo è per me: lo ha fatto per me. Baciamo il Crocifisso e diciamo: “Grazie Gesù, per me”. Questa settimana pensiamo tanto al dolore di Gesù e ci diciamo noi stessi che questo è per me: lo ha fatto per me – il terzo invito del Papa ai fedeli, alla fine della catechesi -. Baciamo il Crocifisso e diciamo grazie Gesù, per me. A metà della Settimana Santa – spiega il Pontefice – la liturgia ci presenta il racconto del tradimento di Giuda, che si reca dai capi del Sinedrio per mercanteggiare e consegnare ad essi il suo maestro. Quanto mi date se io ve lo consegno? Gesù da quel momento ha un prezzo».
Questo atto drammatico, a detta del Papa, segna l’inizio della Passione di Cristo, un percorso doloroso che Egli sceglie in assoluta libertà. E così incomincia quella via che è l’umiliazione, con questo tradimento: «Gesù come se fosse nel mercato – commenta il Santo Padre a braccio -: questo costa trenta denari, e Gesù percorre questa via dell’umiliazione e della spogliazione fino in fondo. Gesù era considerato un profeta, ma muore come un delinquente».
Gesù, poi, raggiunge la completa umiliazione con la morte di croce, la morte peggiore riservata a schiavi e delinquenti: «Guardando Gesù nella sua passione – riflette Papa Bergoglio – noi vediamo come in uno specchio anche le sofferenze di tutta l’umanità e troviamo la risposta divina al mistero del male, del dolore, della morte. Tante volte avvertiamo orrore per il male e il dolore che ci circonda e ci chiediamo: “Perché Dio lo permette?” – prosegue il Papa, secondo il quale è una profonda ferita per noi vedere la sofferenza e la morte, specialmente quella degli innocenti! -. Quando vediamo soffrire i bambini – l’esempio citato da Papa Francesco a braccio -: il mistero del male, e Gesù prende tutto questo male, tutta questa sofferenza su di sé. Possiamo dire che Dio vince nel fallimento».
Con queste parole, dunque, il Papa ha spiegato il cuore del mistero della Passione e della Risurrezione: «Noi – conclude il Pontefice – attendiamo che Dio nella sua onnipotenza sconfigga l’ingiustizia, il male, il peccato e la sofferenza con una vittoria trionfante: Dio ci mostra invece una vittoria umile che umanamente sembra un fallimento. Il Figlio di Dio, infatti, appare sulla croce come uomo sconfitto: patisce, è tradito, è vilipeso e infine muore, ma Gesù permette che il male si accanisca su di lui e lo prende su di sé per vincerlo. La sua passione non è un incidente, la sua morte – quella morte – era scritta – esclama il Santo Padre, che ha aggiunto a braccio -: davvero, non abbiamo tante spiegazioni, è un mistero sconcertante della grande umiltà di Dio, che ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito».