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Sovraffollamento carceri: critica la situazione italiana

Emerge dallle Statistiques pénales annuelles 2012, diffuse martedì dal Consiglio d’Europa. Grave il sovraffollamento nelle carceri italiane

Secondo le Statistiques pénales annuelles 2012 diffuse oggi dal Consiglio d’Europa (i report cosiddetti Space I e Space II), gli Stati europei non riescono a ridurre in modo significativo il sovraffollamento delle carceri, nonostante il numero crescente di condannati seguiti dai servizi di libertà vigilata.

Una seduta del Consiglio d'Europa

Dal 2011 al 2012, il numero dei detenuti nelle carceri europee è diminuito mediamente da 99,5 a 98 per 100 posti disponibili. Tuttavia, se esso è diminuito di 90.000 unità (1.825 mila detenuti nel 2011 contro il 1.737.000 nel 2012, ossia un calo del 5%), il sovraffollamento è rimasto un serio problema in 21 amministrazioni carcerarie del continente: «Le situazioni più critiche – afferma il rapporto – si registrano in Serbia, Italia, Cipro, Ungheria e Belgio».

Secondo l’indagine, le pene detentive inflitte dai tribunali sono spesso molto brevi, il che significa che in media il 20% dei detenuti sconta pene inferiori a un anno: «Nonostante – si legge nel rapporto – si registri un aumento significativo del numero di persone affidate alla supervisione o alla cura dei servizi di libertà vigilata (+13,6% tra il 2011 e il 2012, e +29,6 % dal 2010), molti paesi non introducono sufficienti alternative alla detenzione, e utilizzano raramente queste misure per sostituire la custodia cautelare: solo il 7% degli imputati in attesa di giudizio è stato posto in libertà vigilata».

Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa e altri organismi come il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) hanno invitato i governi dei 47 ad affrontare con decisione il problema del sovraffollamento e ad aumentare le possibilità di reinserimento degli autori di reato. Ricordando che la privazione della libertà dovrebbe essere una sanzione di ultima istanza, i due organismi hanno sottolineato che i pubblici poteri dovrebbero ricorrere il più possibile a misure alternative alla detenzione, come libertà vigilata, servizi sociali, restrizioni alla libertà di movimento o braccialetto elettronico.

Furto (20%) e traffico di stupefacenti (17%) rimangono i reati più comuni per i quali i detenuti sono stati condannati a pene detentive. Il 13% dei detenuti è in carcere per omicidio. Nel 2011 l’importo medio giornaliero speso per ogni detenuto è salito a 103 euro contro i 93 euro del 2010: «Sono state tuttavia rilevate – evidenzia il report – forti disparità fra i paesi: quelli con i costi più elevati sono in genere quelli con la minore popolazione carceraria». L’indagine Space viene condotta per il Consiglio d’Europa da parte dell’Istituto di criminologia e diritto penale dell’Università di Losanna.

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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