“È l’oblio di Dio a generare la violenza”
"Per questo - spiega il Papa - ho insistito sull’importanza che cristiani e musulmani si impegnino insieme per la solidarietà, per la pace e la giustizia, mentre ogni Stato deve assicurare ai cittadini e alle comunità religiose una reale libertà di culto"
«È l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza». Lo ha ribadito stamani Papa Francesco, nel corso della catechesi pronunciata all’interno dell’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro, ripercorrendo le tappe del suo viaggio apostolico in Turchia parlando a circa 10 mila fedeli: «Abbiamo parlato sulla violenza – ricorda il Papa parlando a braccio ai circa 10 mila fedeli presenti, a proposito del suo sesto viaggio internazionale -. Nella prima giornata, ho reso omaggio al Mausoleo di Atatürk e ho incontrato le autorità del Paese a larghissima maggioranza musulmano, ma nella cui Costituzione si afferma la laicità dello Stato».
Successivamente, il Santo Padre ha rimarcato che è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza: «Per questo – sottolinea – ho insistito sull’importanza che cristiani e musulmani si impegnino insieme per la solidarietà, per la pace e la giustizia, affermando che ogni Stato deve assicurare ai cittadini e alle comunità religiose una reale libertà di culto».
Ma anche le stesse differenti comunità religiose, devono riuscire a convivere tra loro facendo proprio uno spirito ecumenico: «Nel dialogo ecumenico – riflette il Pontefice -, quello che fa tutto è lo Spirito Santo: a noi tocca lasciarlo fare, accoglierlo e andare secondo la sua ispirazione. Nel secondo giorno, ho visitato alcuni luoghi-simbolo delle diverse Confessioni religiose presenti in Turchia. L’ho fatto sentendo nel cuore l’invocazione al Signore, Dio del cielo e della terra, Padre misericordioso dell’intera umanità».
In questa occasione, il centro della giornata è stata la celebrazione eucaristica che ha visto riuniti nella cattedrale pastori e fedeli dei diversi riti cattolici presenti in Turchia: «Insieme – racconta Papa Bergoglio – abbiamo invocato lo Spirito Santo, colui che fa l’unità della Chiesa: unità nella fede, unità nella carità, unità nella coesione interiore». Il popolo di Dio, a detta di Papa Francesco, nella ricchezza delle sue tradizioni e articolazioni è quindi chiamato a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, in atteggiamento costante di apertura, docilità ed obbedienza: «La preghiera – rimarca il Papa – è la base per ogni fruttuoso dialogo ecumenico sotto la guida dello Spirito Santo».
Con queste parole, dunque, il Papa ha riassunto il terzo e ultimo giorno del viaggio in Turchia, che ha offerto il contesto ideale per consolidare i rapporti fraterni tra il vescovo di Roma, successore di Pietro, e il patriarca ecumenico di Costantinopoli. Con quest’ultimo, il Papa ha rinnovato l’impegno reciproco a proseguire sulla strada verso il ristabilimento della piena comunione tra cattolici e ortodossi attraverso la firma della Dichiarazione congiunta, un’ulteriore tappa di questo cammino: «È stato particolarmente significativo – conclude il Pontefice – che questo atto sia avvenuto al termine della solenne liturgia della festa di sant’Andrea, alla quale ho assistito con grande gioia».