L’impegno della Santa Sede per l’Ucraina

La preoccupazione del Santo Padre Francesco per la drammatica situazione in Ucraina si è manifestata, fin da prima dello scoppio delle ostilità militari, in modi e forme diverse, con inviti al dialogo e al rispetto del diritto internazionale, con appelli a cessare il fuoco e con severi ammonimenti.
Nell’Angelus di domenica, il Papa aveva annunciato che «la Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace. In questi giorni, sono andati in Ucraina due Cardinali, per servire il popolo, per aiutare. Il Cardinale Krajewski, Elemosiniere, per portare gli aiuti ai bisognosi, e il Cardinale Czerny, Prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Questa presenza dei due Cardinali lì è la presenza non solo del Papa, ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: “La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!”».
Oggi la Sala stampa della Santa sede ha rilasciato una nota per chiarire il concreto impegno che la Sede Apostolica sta intraprendendo, sulla scia dell’intervento diretto che ha visto il Pontefice recarsi, all’indomani dell’invasione militare, all’Ambasciata russa presso la Santa Sede.
«La Santa Sede si è messa a servizio per il raggiungimento della pace in Ucraina. – esordisce il comunicato – Il Cardinale Krajewski è in viaggio ora [N.d.R., 7 marzo] verso il confine tra Polonia e Ucraina, dove visiterà i rifugiati e i volontari nei rifugi e nelle case. Il Cardinale Czerny arriverà in Ungheria martedì [N.d.R., 8 marzo] per visitare alcuni centri di accoglienza per i migranti provenienti dall’Ucraina. Entrambi sono diretti in Ucraina e a seconda della situazione intendono raggiungere il Paese nei prossimi giorni».
La missione affidata ai due porporati coinvolgerà un’ampia sfera d’azione, senza limitarsi alla difficile situazione ucraina, ma affrontando anche questioni a essa legate e conseguenti. Il Cardinale Czerny, infatti, «solleverà la preoccupazione che gli Africani e gli Asiatici residenti in Ucraina, che soffrono anche la paura e lo sfollamento si sentano autorizzati a chiedere rifugio indiscriminatamente. Ci sono anche rapporti preoccupanti di crescenti attività di traffico di esseri umani e contrabbando di migranti alle frontiere e nei Paesi vicini. Poiché la maggior parte delle persone in fuga sono credenti, egli dichiarerà che l’assistenza religiosa dovrebbe essere offerta a tutti, avendo riguardo alle differenze ecumeniche e interreligiose. – specifica la Sala stampa vaticana – Infine, nonostante i lodevoli sforzi per offrire risposte umanitarie e organizzare corridoi umanitari, c’è un grande bisogno di coordinamento, buona organizzazione e strategia condivisa, al fine di abbracciare le sofferenze delle persone e fornire un aiuto efficace».