“Il richiamo della misericordia si fa urgente in ogni luogo”
"Se dovessimo - osserva il Papa -, anche solo per un momento, dimenticare che la misericordia è quello che a Dio piace di più ogni nostro sforzo sarebbe vano, perché diventeremmo schiavi delle nostre istituzioni e delle nostre strutture, per quanto rinnovate possano essere"
«Sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti».
Con queste parole, stamani nella catechesi della prima udienza dopo l’inizio del Giubileo davanti a 9 mila fedeli, Papa Francesco ha riassunto l’obiettivo che la Chiesa si pone in questo Anno Santo: «Così – assicura – rafforzeremo in noi la certezza che la misericordia può contribuire realmente all’edificazione di un mondo più umano. Specialmente in questi nostri tempi, in cui il perdono è un ospite raro negli ambiti della vita umana, il richiamo alla misericordia si fa più urgente, e questo in ogni luogo: nella società, nelle istituzioni, nel lavoro e anche nella famiglia».
E per il Papa anche la necessaria opera di rinnovamento delle istituzioni e delle strutture della Chiesa, è un mezzo che deve condurci a fare l’esperienza viva e vivificante della misericordia di Dio: «Che, sola, – continua il Pontefice – può garantire alla Chiesa di essere quella città posta sopra un monte che non può rimanere nascosta, soltanto risplende una Chiesa misericordiosa».
Nell’udienza odierna, dunque, il Santo Padre ha spiegato il senso spirituale più profondo dell’anno giubilare che è cominciato ufficialmente ieri con l’apertura della Porta Santa nella stessa piazza San Pietro: «Se dovessimo – osserva -, anche solo per un momento, dimenticare che la misericordia è quello che a Dio piace di più ogni nostro sforzo sarebbe vano, perché diventeremmo schiavi delle nostre istituzioni e delle nostre strutture, per quanto rinnovate possano essere».
Il Giubileo, dunque, è un tempo favorevole per scegliere ciò che a Dio piace di più: «Senza cedere – ammonisce Papa Bergoglio – alla tentazione di pensare che ci sia qualcos’altro che è più importante o prioritario. Niente è più importante di scegliere ciò che a Dio piace di più, cioè la sua misericordia, la sua tenerezza, il suo abbraccio, le sue carezze».
E a detta del Sommo Pontefice, la gioia di Dio è perdonare, l’essere di Dio è misericordia: «Per questo – il suo appello – in questo anno giubilare dobbiamo aprire i cuori, perché ci si riempia a tutti noi della gioia della misericordia».
L’esempio citato da Papa Francesco, a braccio, è sant’Ambrogio, che in un libro di teologia che aveva scritto su Adamo, dove a proposito della storia della creazione del mondo, narrata nella Genesi, fa notare che Dio ogni giorno, dopo aver fatto una cosa, disse: «“E vide che esso era buono”. “Ma quando ha fatto l’uomo e la donna”– osserva sempre sant’Ambrogio, dice -: “Dio vide che questo era molto buono”. E sant’Ambrogio si domanda – commenta il Papa -: «Perché Dio dice che è molto buono? Perché è tanto contento di aver creato l’uomo e la donna? Perché alla fine aveva qualcuno da perdonare – la sua risposta riassunta dal Papa, che ha commentato -: È molto bello questo».
E nella sua catechesi Papa Francesco ha citato anche un’obiezione: «“Ma, Padre, – riporta il Pontefice – la Chiesa, in questo Anno, non dovrebbe fare qualcosa di più? È giusto contemplare la misericordia di Dio, ma ci sono molti bisogni urgenti!” È vero, c’è molto da fare, e io per primo non mi stanco di ricordarlo: però bisogna tenere conto che, alla radice dell’oblio della misericordia, c’è sempre l’amor proprio. Nel mondo, questo prende la forma della ricerca esclusiva dei propri interessi, di piaceri e onori uniti al voler accumulare ricchezze, mentre nella vita dei cristiani si traveste spesso di ipocrisia e di mondanità. Tutte queste cose sono contrarie alla misericordia».
E secondo il Papa i moti dell’amor proprio, che rendono straniera la misericordia nel mondo, sono talmente tanti e numerosi che spesso non siamo più neppure in grado di riconoscerli come limiti e come peccato: «Ecco perché – conclude – è necessario riconoscere di essere peccatori, per rafforzare in noi la certezza della misericordia divina».
Infine, il Santo Padre ha suggerito ai fedeli presenti in piazza una preghiera semplice, da recitare come viatico per l’anno giubilare: «“Signore – recita il Papa Bergoglio -, io sono un peccatore, io sono una peccatrice, vieni con la tua misericordia. È una preghiera facile da dire tutti i giorni: “Io sono un peccatore, io sono una peccatrice, vieni con la tua misericordia”».