“Mansuetudine, umiltà e tenerezza contro intolleranza, superbia e durezza”
"Lo Spirito Santo, ricevuto per la prima volta il giorno del battesimo, - spiega Papa Francesco - spinge la nostra vita sul sentiero impegnativo ma gioioso della carità e della solidarietà verso i nostri fratelli, ci dona la tenerezza del perdono divino e ci pervade con la forza invincibile della misericordia del Padre"
«La realtà stupenda di essere figli di Dio comporta la responsabilità di seguire Gesù e riprodurre in noi stessi i suoi lineamenti: mansuetudine, umiltà, tenerezza».
Lo ha affermato ieri Papa Francesco, prima di recitare l’Angelus dalla finestra del Palazzo apostolico: «E questo non è facile – ammette il Papa -, specialmente se intorno a noi c’è tanta intolleranza, superbia, durezza. Ma con la forza che ci viene dallo Spirito Santo è possibile!».
Il Santo Padre lo ha assicurato ai fedeli che gremivano la piazza, soffermandosi sul battesimo di Gesù attestato da tutti e quattro i Vangeli: «Nel battesimo cristiano – spiega -, lo Spirito Santo è l’artefice principale: è Colui che brucia e distrugge il peccato originale, restituendo al battezzato la bellezza della grazia divina; è Colui che ci libera dal dominio delle tenebre, cioè del peccato, e ci trasferisce nel regno della luce, cioè dell’amore, della verità e della pace».
Dunque, a detta del Pontefice, lo Spirito Santo, ricevuto per la prima volta nel giorno del nostro Battesimo, ci apre il cuore alla Verità, a tutta la Verità: «Lo Spirito – continua Papa Bergoglio – spinge la nostra vita sul sentiero impegnativo ma gioioso della carità e della solidarietà verso i nostri fratelli, ci dona la tenerezza del perdono divino e ci pervade con la forza invincibile della misericordia del Padre».
Quindi il Sommo Pontefice, nel giorno della festa del Battesimo di Gesù, ha invitato i fedeli a pensare al giorno del proprio battesimo, ringraziando per quel dono: «Riaffermiamo – esorta Papa Francesco – la nostra adesione a Gesù, con l’impegno di vivere da cristiani, membri della Chiesa e di una umanità nuova, in cui tutti sono fratelli».
È questo il “compito a casa” assegnato dal Papa ai fedeli, come aveva già fatto numerose volte nelle udienze del mercoledì: «Il battesimo – precisa il Papa – si riceve una volta sola, ma va testimoniato tutti i giorni perché è vita nuova da condividere e luce da comunicare, specialmente a quanti vivono in condizioni non degne dell’uomo e camminano su sentieri tenebrosi».
Quindi il ricordo dei 26 bambini battezzati, prima dell’Angelus, nella Cappella Sistina: «Stamattina – racconta il Pontefice – ho battezzato un bel gruppo di neonati: preghiamo per loro!».
Infine, ha impartito una speciale benedizione a tutti i bambini che sono stati battezzati recentemente, ma anche ai giovani e agli adulti che hanno ricevuto da poco i Sacramenti dell’iniziazione cristiana o che ad essi si stanno preparando.
E proprio durante la celebrazione dei battesimi, il Santo Padre ha rivolto un importante ammonimento, seguito da un augurio, ai genitori dei 26 bambini (13 maschi e 13 femmine): «Non dimenticatevi – afferma – che la più grande eredità che voi potrete dare ai vostri bambini è la fede. Abbiate cura che non venga persa, di farla crescere e lasciarla come eredità. Vi auguro questo oggi, in questo giorno gioioso per voi: vi auguro che siate capaci di far crescere questi bambini nella fede e che la più grande eredità che loro riceveranno da voi sia proprio la fede».