Porte sante e confessionali affollati dai pescaresi in cerca di misericordia
"Oggi l’uomo - constata don Francesco Santuccione, abate della Cattedrale di San Cetteo - vive una vita travagliata, non ha pace e serenità e cerca l’abbraccio del Signore attraverso la Chiesa"

Sono migliaia i fedeli pescaresi e non che quotidianamente varcano le tre Porte sante diocesane, aperte neanche un mese fa dall’arcivescovo Valentinetti, decretando di fatto il successo del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco per far riscoprire il volto accogliente della Chiesa a chi le si avvicina per lucrare l’indulgenza plenaria.
E i risultati più concreti si riscontrano proprio presso la Cittadella dell’accoglienza Caritas “Giovanni Paolo” II di via Alento, dove per molti l’attraversamento della Porta santa diviene l’occasione per compiere quelle opere di misericordia corporali, dare da bere agli assetati, dare da mangiare gli affamati e vestire gli ignudi, che li riconcilia con il prossimo avente il volto sofferente di nuovi poveri e senza fissa dimora distrutti dalla crisi economica: «I volontari che prestano servizio in Cittadella – conferma don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana pescarese -, sfruttano l’occasione per varcare la Porta santa e molti altri, che hanno saputo di questa possibilità, stanno partecipando. Tra l’altro, ci arrivano molte richieste da gruppi di fuori diocesi, intenzionati a vivere esperienze concrete di servizio ai poveri varcando la Porta santa».
Ma al di là dei gesti pratici, con il Giubileo della Misericordia molti fedeli intendono riconciliarsi spiritualmente con Dio, attraverso il sacramento della confessione. Accade nella Cattedrale di San Cetteo dove la Porta santa, ubicata lungo la navata sinistra, viene attraversata senza sosta: «Le persone – osserva don Francesco Santuccione, abate di San Cetteo – avvertono l’esigenza di tuffarsi nella misericordia di Dio. Molti non si confessano da anni e alcuni approfittano della possibilità, concessa da Papa Francesco ai sacerdoti, di rimettere anche peccati come l’aborto».
Gli stessi sacerdoti, dunque, si rendono protagonisti di autentiche maratone in confessionale: «Oggi l’uomo – constata don Francesco – vive una vita travagliata, non ha pace e serenità e cerca l’abbraccio del Signore attraverso la Chiesa».
Una partecipazione che si sta manifestando, e si manifesterà, con pellegrinaggi e processioni che durante l’Anno santo giungeranno in Cattedrale, così come nel santuari pescarese: «Al Beato Nunzio Sulprizio – testimonia il rettore, don Gianni Caldarelli – fioccano le prenotazioni di gruppi parrocchiali e interparrocchiali: è già venuta in pellegrinaggio la parrocchia di San Giovanni Bosco di Montesilvano e aspettiamo le parrocchie della forania di Città Sant’Angelo. I fedeli desiderano una Chiesa accogliente in un mondo secolarizzato».
Questo, dunque, è il fondamento su cui incentrare un cammino di nuova evangelizzazione: «Catechizzare – conclude don Gianni – e parlare dei sacramenti, come quello della penitenza. Ma per accostarsi a questo sacramento, la gente deve recuperare innanzi tutto il senso di Dio e conseguentemente il senso del peccato. Senza tutto questo, non possiamo parlare di misericordia».