Diaconi: “Missionari di carità, parola e liturgia da valorizzare in parrocchia”
"I diaconi - esorta monsignor Amadio - devono essere molto più inseriti nella comunità, il vestire dev’essere laicale, dobbiamo declericalizzarci, anche perché quello del diaconato è un segno del servizio. È il segno di Cristo servo che afferma “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”, che deve richiamarci continuamente al fatto che siamo servi gli uni degli altri"
Era il 17 ottobre 1977, a Pescara si stava svolgendo il diciannovesimo Congresso eucaristico nazionale alla vigilia della visita di Papa Paolo VI, quando dall’allora arcivescovo di Milano cardinale Giovanni Colombo veniva ordinato il primo diacono permanente dell’arcidiocesi di Pescara-Penne – fra i primi in Italia – Laurino Circeo: laico impegnato pescarese conosciuto e apprezzato presidente dell’Unitalsi, sempre impegnato con la moglie Angela nel servizio ai malati, docente e direttore della Pastorale scolastica diocesana, nonché collaboratore delle parrocchie di San Luigi e Sant’Andrea, scomparso un anno e mezzo fa all’età di 90 anni.
A lui, a 40 anni dalla sua ordinazione e dal Congresso eucaristico del quale verranno proiettate diverse immagini, sarà dedicata la Festa del diaconato che avrà luogo sabato, a partire dalle 15.30, presso l’Oasi dello spirito di Montesilvano colle. Un appuntamento attraverso il quale verrà approfondito quest’importante ministero, reintrodotto nel 1965 dal Concilio Vaticano II, grazie alle relazioni del parroco di San Pietro apostolo – per due volte vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne – monsignor Vincenzo Amadio e del diacono componente della Comunità del diaconato in Italia Fabrizio Fusari, della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla.
Il primo, in particolare, traccerà un ritratto della figura di don Laurino Circeo ricordandolo come educatore, apostolo degli infermi e diacono permanente: «Laurino era una persona molto attenta alle persone svantaggiate – racconta monsignor Amadio -, era un uomo di carità. Così sua moglie, con la reintroduzione del ruolo diaconale, captò questa possibilità e Laurino riunì anche i figli per valutare se fossero d’accordo nella prosecuzione di questo cammino, seguendo quella vocazione che andava profilandosi e che è maturata via via, attraverso incontri formativi nazionali e locali. Poi ci fu la presentazione ufficiale alla comunità parrocchiale di San Luigi e l’allora vescovo Iannucci accettò la proposta, procedendo con la successiva ordinazione».
La prima ordinazione, che ha visto in Laurino Circeo il candidato ideale: «Perché il diacono – sottolinea l’ex vicario generale dell’arcidiocesi – è un ministro di carità e in lui questa facoltà era già effettiva, ma anche nell’ambito della scuola lui ha sempre professato apertamente la propria fede. Io l’ho conosciuto nel 1968, quand’ero parroco a Montebello di Bertona e lo avevo invitato in quanto presidente dell’Unitalsi, affinché parlasse di questa realtà».
Ma oltre che ministro di carità, il diacono è anche ministro della Parola: «Il suo compito – spiega il parroco di San Pietro apostolo in Pescara – è di mediazione tra l’assemblea e il presidente dell’assemblea. Può predicare, benedire, conferire l’eucaristia e nelle parrocchie la loro presenza andrebbe valorizzata maggiormente negli ambiti della carità, della catechesi e dell’evangelizzazione. Infatti, oggi ci sono dei parroci che li utilizzano al meglio e altri che li tengono ben riposti, limitandoli a svolgere opere subordinate da sacrestano, ma non è quello il loro ruolo».
Un aspetto, quest’ultimo, che dipende anche dal livello formativo dei diaconi i quali vengono ordinati al termine di un percorso formativo teologico-pastorale lungo quattro anni.
Attualmente sono 20 quelli attivi nell’arcidiocesi di Pescara-Penne: «A loro – osserva monsignor Vincenzo Amadio – mi sento di dire di essere molto più inseriti nella comunità, il vestire dev’essere laicale, dobbiamo declericalizzarci, anche perché quello del diaconato è un segno del servizio. È il segno di Cristo servo che afferma “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”, che deve richiamarci continuamente al fatto che siamo servi gli uni degli altri».
Al termine del pomeriggio, alle ore 18, ci sarà la Santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, sempre nel ricordo di don Laurino Circeo: «Era un personaggio quasi mitico – ha ricordato il presule, celebrando le sue esequie –, mi rimase impresso per come si chinava verso i fratelli e le sorelle, che vivevano la loro vita su di una carrozzina».