“Sì, lo voglio”. Carla è la prima consacrata pescarese all’Ordo virginum
La sua consacrazione paragonata a quella della Vergine Maria a Cristo: "È lo stesso mistero di sponsalità - ricorda l'arcivescovo Valentinetti -. Cristo entra definitivamente e ultimativamente nella sua vicenda personale. Lei, con la sua scelta, ricorda alla Chiesa la sponsalità che Cristo ha nei confronti della Chiesa stessa. È quasi un sacramento vivente"
«Figlia carissima, vuoi perseverare nel proposito della santa verginità a servizio del Signore e della sua Chiesa, fino al termine della tua vita? Vuoi seguire Cristo perché la tua vita sia una particolare testimonianza di carità e segno visibile del Regno futuro? Vuoi essere consacrata con solenne rito nuziale a Cristo, Figlio di Dio e nostro Signore? Sì, lo voglio».
Con questa semplice risposta di fiducia e totale abbandono alla volontà divina, come una sposa giura fedeltà al suo sposo, lunedì sera Carla D’Isidoro si è consacrata all’Ordo virginum (l’Ordine delle vergini), attraverso la liturgia solenne presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti.
La trentanovenne di Montesilvano cresciuta nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova, insegnante di religione in una scuola media di Torre de’ Passeri, è dunque la prima vergine consacrata nella storia dell’arcidiocesi pescarese: «Sono grata al Signore per le sue meraviglie – racconta a caldo Carla, al termine del rito -, per la fedeltà del suo amore perché oggi è stato bellissimo e mi sono sentita condotta da lui ad ogni passo. Tutto è avvenuto nella naturalezza, come quando uno si abbandona veramente tra le braccia dell’amore».
La caratteristica principale dell’Ordo virginum è che la consacrata non indossa l’abito, non lascia i suoi ambienti di vita per trasferirsi in un convento o in un istituto religioso, ma può continuare a vivere nella sua casa con i suoi familiari, a svolgere il suo lavoro e a frequentare e prestare servizio nella sua parrocchia, pur vivendo nella verginità ed essendo alle dirette dipendenze dell’arcivescovo che la potrà impiegare laddove lo riterrà più opportuno.
Questa la scelta controcorrente di Carla, maturata dopo anni di esperienza e di cammino vocazionale: «Il mio cammino – racconta – è iniziato nel fiore della mia giovinezza ed è stato difficile capire quale fosse la mia strada, anche perché prima di me l’Ordo virginum non c’era, però la pace crescente dentro di me oltre alla consapevolezza dei miei pregi e dei miei limiti, si sono incanalate in una risposta ad una chiamata ricevuta molto tempo prima».
È stato proprio l’arcivescovo Valentinetti, conosciuta la vocazione di Carla D’Isidoro, a reintrodurre l’antico ordine sacro in diocesi per poi curare personalmente la sua lunga formazione, iniziata nel 2008, e lunedì sera a celebrare la sua consacrazione paragonata a quella della Vergine Maria a Cristo: «È lo stesso mistero di sponsalità. – sottolinea il presule – Carla entra dentro questo mistero, accogliendo pienamente la vita divina che Cristo porta nella sua persona e nella sua storia. Cristo entra definitivamente e ultimativamente nella sua vicenda personale. Lei, con la sua scelta, ricorda alla Chiesa la sponsalità che Cristo ha nei confronti della Chiesa stessa. È quasi un sacramento vivente».
Infatti, come in un matrimonio, l’arcivescovo ha posto al dito della vergine consacrata un anello per poi consegnarle anche il libro della liturgia delle ore: «L’anello – conferma monsignor Valentinetti – è il segno di questa nuzialità, di questa bellezza. Carla, se sarai operativa all’interno della vita diocesana e della vita parrocchiale, ben venga il servizio che il Signore ti chiede».
Un servizio, quello di Carla, accolto con soddisfazione dalla sua comunità parrocchiale di Sant’Antonio di Padova: «È una gioia immensa – commenta don Antonio Del Casale, il parroco – che la Chiesa abbia riconosciuto un dono, richiamandolo nella porzione della chiesa parrocchiale. Però, se la diocesi la chiamerà altrove, la parrocchia sarà felice di lasciarla andare dove il Signore la vorrà».
LA STORIA DELL’ORDO VIRGINUM
L’Ordo virginum è la forma di consacrazione femminile più antica nella storia della Chiesa, risalente addirittura ai tempi di Gesù quando alcune donne scelsero di aprire delle case di accoglienza per ospitare e prendersi cura di persone in difficoltà.
Con il passare dei secoli l’Ordine delle vergini proseguì la sua opera fino al Medioevo, quando venne considerata disdicevole la promiscuità di quelle donne con gli uomini, venendo sciolto.
Una condizione che permase fino a cinquant’anni fa quando il Concilio Vaticano II, iniziato da Giovanni XXIII e concluso da Paolo VI, ripristinò l’antico ordine sacro che negli anni è poi tornato lentamente ad animare il servizio pastorale di tante diocesi, come quella di Pescara-Penne.