“Porre la nostra vita sotto l’azione dello Spirito Santo, per vincere la mondanità”
"Lo Spirito Santo - spiega il Papa -, che ha animato interamente la vita e il ministero di Gesù, è il medesimo Spirito che oggi guida l’esistenza cristiana, l’esistenza di uomo e di una donna che si dicono e vogliono essere cristiani"
«Porre sotto l’azione dello Spirito Santo la nostra vita di cristiani e la missione, che tutti abbiamo ricevuto in virtù del Battesimo, significa ritrovare coraggio apostolico necessario per superare facili accomodamenti mondani. Invece, un cristiano e una comunità “sordi” alla voce dello Spirito Santo, che spinge a portare il Vangelo agli estremi confini della terra e della società, diventano anche un cristiano e una comunità “muti” che non parlano e non evangelizzano».
Lo ha affermato ieri Papa Francesco, pronunciando l’Angelus domenicale nella solennità del Battesimo del Signore: «Nel momento del battesimo di Gesù – spiega il Papa – il cielo si apre e torna alla mente la drammatica supplica del profeta Isaia: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”. Questa invocazione è stata esaudita nell’evento del Battesimo di Gesù. È così finito il tempo dei “cieli chiusi”, che stanno ad indicare la separazione tra Dio e l’uomo, conseguenza del peccato. Il peccato ci allontana da Dio e interrompe il legame tra la terra e il cielo, determinando così la nostra miseria e il fallimento della nostra vita».
I cieli aperti, dunque, indicano che Dio ha donato la sua grazia perché la terra dia il suo frutto: «Così – sottolinea il Pontefice – la terra è diventata la dimora di Dio fra gli uomini e ciascuno di noi ha la possibilità di incontrare il Figlio di Dio, sperimentandone tutto l’amore e l’infinita misericordia. Lo possiamo incontrare realmente presente nei sacramenti, specialmente nell’Eucaristia. Lo possiamo riconoscere nel volto dei nostri fratelli, in particolare nei poveri, nei malati, nei carcerati, nei profughi: essi sono carne viva del Cristo sofferente e immagine visibile del Dio invisibile».
Con il Battesimo di Gesù, dunque, non solo si squarciano i cieli, ma Dio parla nuovamente facendo risuonare la sua voce: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”: «C’è poi – aggiunge il Santo Padre – la discesa dello Spirito Santo, in forma di colomba: questo consente al Cristo, il Consacrato del Signore, di inaugurare la sua missione, che è la nostra salvezza».
Lo Spirito Santo, a detta del Papa, il grande dimenticato nelle nostre preghiere: «Noi – ammette Papa Bergoglio – spesso preghiamo Gesù; preghiamo il Padre, specialmente nel Padre Nostro, ma non tanto frequentemente preghiamo lo Spirito Santo, è vero? È il dimenticato. E abbiamo bisogno di chiedere il suo aiuto, la sua fortezza, la sua ispirazione».
Lo Spirito Santo, che ha animato interamente la vita e il ministero di Gesù, è il medesimo Spirito che oggi guida l’esistenza cristiana, l’esistenza di uomo e di una donna che si dicono e vogliono essere cristiani: Ricordatevi questo – conclude Papa Francesco -: pregare spesso lo Spirito Santo perché ci aiuti, ci dia la forza, ci dia l’ispirazione e ci faccia andare avanti».