Violazione diritti umani: “Vergognosa la risposta della Comunità internazionale”
"Il 2014 - spiega Antonio Marchesi, presidente di Amnesty international Italia - si caratterizza, purtroppo, per il numero di atrocità commesse dai gruppi armati, che utilizzano tattiche barbariche ma allo stesso tempo sanno usare bene i social media. Le risposte giuste non arrivano e c’è il timore che tra due anni la situazione peggiori"
«Una vergognosa e inefficace risposta della Comunità internazionale agli attacchi dei gruppi armati in almeno 35 Paesi e alla repressione degli Stati, con milioni di persone intrappolate nella violenza e in fuga come non mai». Questo è lo stato dei diritti umani nel mondo secondo il Rapporto 2014-2015 di Amnesty international, che documenta le violazioni in 160 Paesi.
L’organizzazione umanitaria sollecita i leader mondiali ad agire con urgenza, di fronte alla mutata natura dei conflitti e a proteggere i civili: «Il 2014 – spiega Antonio Marchesi, presidente di Amnesty international Italia, durante la conferenza stampa che si è svolta ieri a Roma e a Londra sotto stretto embargo – si caratterizza, purtroppo, per il numero di atrocità commesse dai gruppi armati, che utilizzano tattiche barbariche ma allo stesso tempo sanno usare bene i social media. Le risposte giuste non arrivano e c’è il timore che tra due anni la situazione possa peggiorare».
Tra i rischi maggiori, l’estensione di gruppi come Boko Haram, Isis e Al Shabab oltre i confini nazionali e il peggioramento della situazione dei rifugiati, con oltre 4 milioni di persone già fuggite dalla Siria. Amnesty teme, dunque, che la necessità di mantenere sicuro il mondo possa essere usata come pretesto per togliere libertà personali, creando un ambiente repressivo nel quale l’estremismo può crescere: «Non vorremmo di nuovo – aggiunge Marchesi – soluzioni come i carceri di Guantanamo o di Abu Ghraib. Siamo di fronte ad un clamoroso fallimento nella ricerca di soluzioni efficaci per risolvere le necessità più pressanti dei nostri tempi».
Ma al di là della violenza “barbarica” dei gruppi armati, il Rapporto di Amnesty descrive anche le violazioni degli Stati: torture e sparizioni forzate in Afghanistan, violenza anche da parte delle forze di sicurezza in Nigeria, pena di morte e legge sulla blasfemia in Pakistan, torture in Russia e Asia centrale, legislazione antiterrorismo usata per criminalizzare il diritto alla libertà d’espressione in Turchia. Inoltre Amnesty elenca alcune raccomandazioni, tra cui la richiesta ai cinque Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu di rinunciare al diritto di veto nei casi di genocidio o altre atrocità di massa.
Ma non solo: «La comunità internazionale – chiede ancora Amnesty International – non risponda al terrore dei gruppi armati con misure controproducenti e i Paesi ricchi forniscano aiuti a chi fugge, perché è inaccettabile fare finta di niente e volgersi dall’altra parte».
Tra i dati più inquietanti: in 18 Paesi sono stati commessi crimini di guerra, 62 governi nel mondo hanno messo in carcere prigionieri di coscienza, in 131 Paesi vi sono stati maltrattamenti e torture, in 119 è stata limitata la libertà d’espressione e in 93 si sono svolti processi iniqui.