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“È ora che padri e madri ritornino dal loro esilio dall’educazione dei figli”

"Si è aperta - sottolinea il Santo Padre - una frattura tra famiglia e società, minando la fiducia reciproca, e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi. Intellettuali e critici di ogni genere hanno zittito i genitori in mille modi, per difendere le giovani generazioni dai danni, veri o presunti, dell’educazione familiare"

Lo ha affermato ieri Papa Francesco, pronunciando la catechesi nell’udienza generale dedicata alla naturale vocazione della famiglia per l’educazione dei figli

Papa Francesco incontra una famiglia

«È ora che i padri e le madri ritornino dal loro esilio, perché si sono autoesiliati dall’educazione dei figli, e riassumano pienamente il loro ruolo educativo». Lo ha affermato ieri Papa Francesco, pronunciando la catechesi all’interno dell’udienza generale del mercoledì, davanti al 25 mila fedeli intervenuti in piazza San Pietro, dedicata alla naturale vocazione della famiglia per l’educazione dei figli perché crescano nella responsabilità di sé e degli altri: «Sembrerebbe una constatazione ovvia – osserva il Pontefice -, eppure anche ai nostri tempi non mancano le difficoltà».

La riflessione del Santo Padre è così partita dalla lettura della prima lettera di san Paolo ai Corinzi, letta poco prima, per commentare: «Quello che abbiamo sentito dell’apostolo Paolo, è tanto bello: “Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto, e voi padri non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino”».

Questa, dunque, è una regola sapiente: «Il figlio – riflette Papa Bergoglio – che è educato ad ascoltare i genitori e i genitori che non cercano di condurli in una maniera bruta. I figli devono crescere senza scoraggiarsi, passo a passo. Se voi dite ai figli “saliamo”, li prendete passo a passo e li fate salire, le cose andranno bene. Ma se voi dite “Sali!” e li lasciate soli, chiedete ai figli di fare cose che non sono capaci di fare».

Piazza San Pietro gremita dai fedeli

Piazza San Pietro gremita dai fedeli

Il rapporto tra genitori e figli, secondo il Papa, è fatto dunque di saggezza e di un equilibrio tanto grande: «Figli – ribadisce -, obbedite ai genitori, e voi genitori non esasperate i figli, non chiedete loro cose che non possono fare».

Una missione, quella del genitore, resa complessa da diverse variabili: «È difficile – riconosce il Sommo Pontefice – educare per i genitori che vedono i figli solo la sera, quando ritornano a casa stanchi, quelli che hanno la fortuna di avere il lavoro. È ancora più difficile per i genitori separati, che sono appesantiti da questa loro condizione».

A tal proposito, Papa Francesco si è soffermato più a lungo sulla condizione dei genitori separati: «È tanto difficile per loro – ammette – educare i figli, hanno avuto difficoltà, si sono separati, e tante volte il figlio è preso come ostaggio. Il padre parla male della madre e la madre parla male del padre, e si fa tanto male. Nei matrimoni separati, mai prendere il figlio come ostaggio! Voi vi siete separati per tante difficoltà e motivi, la vita vi ha dato questa prova: i figli non siano quelli che portano il peso di questa separazione».

Insomma, l’auspicio del Papa è che i figli non siano come ostaggi dell’uno o dell’altro coniuge, che crescano sentendo che la mamma parla bene del papà e che il papà parla bene della mamma: «È molto difficile – avverte il Papa, rivolgendosi ai genitori separati -, ma potete farlo».

Del resto, il dramma dell’emergenza educativa attuale è data dalla rottura del patto educativo: «Si è aperta – sottolinea il Santo Padre – una frattura tra famiglia e società, minando la fiducia reciproca e così l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi».

Un’analisi, quella del Papa, che nell’udienza generale di ieri si è anche posta il problema di come educare, oltre che di comprendere quale tradizione abbiamo oggi da trasmettere ai nostri figli: «Intellettuali e critici di ogni genere – denuncia il Pontefice – hanno zittito i genitori in mille modi, per difendere le giovani generazioni dai danni, veri o presunti, dell’educazione familiare. La famiglia è stata accusata, tra l’altro, di autoritarismo, di favoritismo, di conformismo, di repressione affettiva che genera conflitti».

Tra i sintomi della rottura di questa alleanza, Francesco ha citato innanzi tutto la scuola: «Dove – rileva Papa Bergoglio – si sono intaccati i rapporti tra i genitori e gli insegnanti. A volte ci sono tensioni e sfiducia reciproca e le conseguenze naturalmente ricadono sui figli».

Inoltre, il Papa ha espresso perplessità sul ruolo dei cosiddetti esperti, nel tempo moltiplicatisi, che hanno occupato il ruolo dei genitori anche negli aspetti più intimi dell’educazione: «Sulla vita affettiva – afferma il Sommo Pontefice -, sulla personalità e lo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli esperti sanno tutto: obiettivi, motivazioni, tecniche. E i genitori devono solo ascoltare, imparare e adeguarsi».

Genitori i quali, privati del loro ruolo, diventano spesso eccessivamente apprensivi e possessivi nei confronti dei loro figli: «Fino – accusa Papa Francesco – a non correggerli mai. Tendono ad affidarli sempre più agli esperti, anche per gli aspetti più delicati e personali della loro vita, mettendosi nell’angolo da soli e così i genitori oggi corrono il rischio di autoescludersi dalla vita dei loro figli. E questo è gravissimo».

A riguardo, il Papa ha citato un aneddoto personale: «Quando ero in quarta elementare – racconta – ho detto una brutta parola alla maestra e la maestra, una buona donna, ha fatto chiamare mia mamma. Mia mamma è venuta il giorno dopo, hanno parlato tra di loro e poi sono stato chiamato e mia madre davanti alla maestra mi ha spiegato che avevo fatto una cosa brutta, ma l’ha fatto con tanta dolcezza… Mi ha spiegato che era una cosa che non si doveva fare e mi ha chiesto di chiedere perdono alla maestra. Io l’ho fatto e sono rimasto contento, ma era solo il primo capitolo!».

A casa poi, a detta del Pontefice, è cominciato il “secondo capitolo”: «Immaginatevi voi – ironizza il Pontefice, rivolgendosi ai fedeli – Se questa cosa fosse successa oggi, i genitori il giorno dopo avrebbero rimproverato la maestra, perché i tecnici dicono che non si deve rimproverare così».

Un’impostazione, questa, che il Santo Padre non ritiene buona: «Non è armonica – precisa Papa Bergoglio -, non è dialogica e invece di favorire la collaborazione tra la famiglia e le altre agenzie educative, le contrappone». E comunque oggi la vita è diventata avara di tempo per parlare, riflettere, confrontarsi: «Perché molti genitori – ricorda il Papa – sono sequestrati dal lavoro, papà e mamma devono lavorare, e da altre preoccupazioni, imbarazzati dalle nuove esigenze dei figli e dalla complessità della vita attuale – che è così, dobbiamo accettarla com’è – e si trovano come paralizzati dal timore di sbagliare».

È l’analisi del Pontefice su come si educa oggi: «Il problema – ammonisce -, però, non è solo parlare. Anzi, un dialoghismo superficiale non porta a un vero incontro della mente e del cuore. Chiediamoci piuttosto dove i figli veramente sono nel loro cammino? Dov’è realmente la loro anima, lo sappiamo? E soprattutto: lo vogliamo sapere? Siamo convinti che essi, in realtà, non aspettano altro?».

Certo, secondo il Santo Padre, anche i modelli educativi del passato avevano alcuni limiti: «Ma è anche vero – sostiene Papa Bergoglio – che ci sono sbagli che solo i genitori sono autorizzati a fare, perché possono compensarli in un modo che è impossibile a chiunque altro».

E poi anche nelle migliori famiglie bisogna sopportarsi: «Ci vuole tanta pazienza! – raccomanda il Pontefice – Ma è così la vita, la vita non si fa in laboratorio, si fa nella realtà». Lo ha detto, ancora una volta a braccio, il Papa, ricordando che “le comunità cristiane sono chiamate a offrire sostegno alla missione educativa delle famiglie, e lo fanno anzitutto con la luce della Parola di Dio.

La visione è quella di san Paolo, che ricorda la reciprocità dei doveri tra genitori e figli perché alla base di tutto c’è l’amore, quello che Dio ci dona: «Quanti esempi stupendi – evidenzia Papa Francesco – abbiamo di genitori cristiani pieni di saggezza umana! Mostrano che la buona educazione familiare è la colonna vertebrale dell’umanesimo. La sua irradiazione sociale è la risorsa che consente di compensare le lacune, le ferite, i vuoti di paternità e maternità che toccano i figli meno fortunati. Questa irradiazione può fare autentici miracoli. E nella Chiesa succedono ogni giorno questi miracoli!».

La catechesi di ieri, quindi, si è conclusa con un forte auspicio: «Speriamo – confida il Pontefice – che il Signore ci dia questa grazia di non autoesiliarci nell’educazione dei figli, e questo soltanto lo può fare l’amore, la tenerezza e la pazienza. Il Signore doni alle famiglie cristiane la fede, la libertà e il coraggio necessari per la loro missione. Se l’educazione familiare ritrova la fierezza del suo protagonismo, molte cose cambieranno in meglio, per i genitori incerti e per i figli delusi».

About Davide De Amicis (4483 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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