Benessere dei bambini: Italia bocciata, ultima tra Paesi europei G20
Save the Children ha chiesto ai ministri delle Finanze del G20 di impegnarsi a raggiungere tre garanzie per tutti i bambini: "Una finanza equa - elenca l’organizzazione non governativa - che permetta a tutti di accedere ai servizi di base; l’eliminazione delle discriminazioni economiche e sociali per tutti i bambini; meccanismi di trasparenza su come gli Stati impiegano fondi e aiuti in favore dei bambini più vulnerabili"
Meglio degli Stati Uniti, ma ultima tra i Paesi europei del G20 dopo Germania, Francia e Regno Unito: per quanto riguarda il livello di benessere dei bambini, l’Italia si posiziona all’ottavo posto, bocciata su disoccupazione, educazione, obesità infantile.
A rivelarlo è il nuovo Indice del benessere dei bambini di Save the children, contenuto nel rapporto “Economic Playgrounds 2016” lanciato dall’Organizzazione alla vigilia del G20 dei ministri delle Finanze in Cina. Il nuovo Indice si basa su otto indicatori chiave: salute, educazione, uguaglianza di genere, reddito, sicurezza, occupazione, infrastrutture e ambiente. Come nella precedente edizione 2014, la Germania si conferma al primo posto conquistando il primato nelle aree dell’uguaglianza di genere, del lavoro e del reddito.
Seguono Francia e Giappone mentre il Regno Unito si attesta in sesta posizione. L’India è il fanalino di coda, preceduta da Sudafrica e Brasile. Riguardo all’occupazione, il nostro Paese è terzultimo in graduatoria, meglio solo di Sudafrica e India.
A destare preoccupazione è soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni di età) che nel nostro Paese è del 44,1%, inferiore solo a quello del Sudafrica (52,6%). Per quanto riguarda l’educazione, l’Italia occupa solo l’undicesimo posto, mentre i primi tre Paesi sono Canada, Germania e Repubblica di Corea.
In tema di salute, preoccupano i dati sui bambini italiani tra 0 e 19 anni obesi o in sovrappeso, il 26,9% del totale, percentuale che va oltre la media dei Paesi ricchi, con Francia e Germania che registrano rispettivamente il 18,1% e il 20,1%.
Inferiore alla media dei G8 il reddito pro capite in Italia: circa 32 mila euro contro i 50 mila negli Stati Uniti, 43 mila in Australia e 42 mila in Germania. La crescita economica di un Paese non si traduce necessariamente in interventi che assicurino il benessere dei piccoli: «Ad essa – sottolinea l’organizzazione umanitaria – devono pertanto affiancarsi politiche inclusive di contrasto alla povertà, che i Paesi del G20 sono chiamati con urgenza a realizzare».
Anche per questo Save the Children ha chiesto ai ministri delle Finanze del G20 di impegnarsi a raggiungere tre garanzie per tutti i bambini: «Una finanza equa – elenca l’organizzazione non governativa – che permetta a tutti di accedere ai servizi di base; l’eliminazione delle discriminazioni economiche e sociali per tutti i bambini; meccanismi di trasparenza su come gli Stati impiegano fondi e aiuti in favore dei bambini più vulnerabili».
Non solo criticità per l’Italia: il nostro Paese è secondo, dietro solo ai tedeschi, per uguaglianza di genere, e fa registrare il terzo livello più basso (3,5), dietro solo a Giappone (2,7) e Repubblica di Corea (3,4) per mortalità infantile.
Il nostro Paese spicca inoltre per livelli di emissioni di CO2 inferiori alla media dei Paesi ad alto reddito (6,7 milioni di tonnellate, contro 18,1 in Arabia Saudita, 17 negli Usa e 16,5 in Australia) e per una percentuale del 100% di popolazione che ha accesso all’acqua (la percentuale più bassa tra i Paesi del G20 si registra in Indonesia, 87,4%).
L’Italia, infine, è in sesta posizione tra i Paesi più sicuri per i bambini. Regno Unito, Germania e Giappone sono i Paesi più sicuri, mentre in Sudafrica, Brasile e Messico la sicurezza dei bambini è maggiormente a rischio.