Giovani Sud Italia: “Insoddisfatti, sospesi fra tradizione e cambiamento”
Evidentemente - deduce il Rapporto Giovani 2017 - in una zona d’Italia dove l’occupazione è più precaria e i giovani sono spesso posti ai margini del mondo del lavoro, internet diventa il primo strumento per non restare ai margini, preparando i giovani ad aprirsi al mondo
I giovani del Sud Italia sono più insoddisfatti dei coetanei al Nord, ma allo stesso tempo sono molto dinamici e orientati a mettersi in gioco e a favorire un cambiamento positivo del proprio destino. È questo il quadro che emerge dal Rapporto giovani 2017 (RG2017), dell’Istituto Toniolo realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo. L’intera indagine è raccolta nel volume “La condizione giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2017” edito da Il Mulino.
Il rapporto si è basato su un campione di oltre 9 mila giovani tra i 18 e i 32 anni. Dai dati diffusi oggi dall’Istituto Toniolo emerge che se, da un lato, la soddisfazione generale nei confronti della propria vita è nettamente inferiore ai giovani del Nord (36,8% di insoddisfatti al Sud rispetto al 26% del Centro-Nord), così come nel lavoro (33,3% di risposte negative contro circa il 20% del resto della penisola), i giovani del Sud sono quelli più dinamici a cogliere le nuove opportunità lavorative.
I dati mostrano i giovani del Sud più propensi ad accettare nuove proposte di lavoro (il 36,7% le accetterebbe immediatamente, contro il 26% circa del Nord), anche se tali proposte richiedessero un trasferimento dalla terra di origine: solo il 61,8% dei giovani del Sud considera importante la distanza da casa nell’accettare una proposta, contro l’80,5% dei coetanei del Nord e il 74,8% di quelli del Centro.
Il mondo giovanile del Sud appare dinamico e aperto alle nuove tecnologie della comunicazione: stupisce, ma non troppo, una maggiore fiducia nei social media (39,1% di risposte positive contro il 34,4% del Nord e il 33,4% del Centro). Evidentemente in una zona d’Italia dove l’occupazione è più precaria e i giovani sono spesso posti ai margini del mondo del lavoro, internet diventa il primo strumento per non restare ai margini, preparando i giovani ad aprirsi al mondo: «Un ritratto delle nuove generazioni del Sud, sospese fra tradizione e spinta al cambiamento – spiega Emiliano Sironi, ricercatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e collaboratore del gruppo scientifico del Rapporto Giovani diretto da Alessandro Rosina, tracciando un identikit dei giovani meridionali».
Dal Rapporto giovani 2017 emerge anche come i giovani del Sud mantengano più saldo il proprio orientamento religioso: il 56,5% degli intervistati riferisce di appartenere alla religione cristiana cattolica contro il 50% della media nazionale e, allo stesso tempo, i giovani si dimostrano maggiormente assidui nella frequenza ai riti religiosi: oltre il 25% frequenta i riti almeno una volta al mese contro il 15,3% del Nord e il 17,0% dei giovani del Centro.
D’altro canto il maggior tradizionalismo dei giovani meridionali non si limita alla pratica religiosa, ma riguarda più in generale valori e atteggiamenti, ad esempio rivendicando la centralità della famiglia: positivi si confermano gli atteggiamenti verso il matrimonio, con il 56,1% dei giovani del Sud che lo ritiene ancora una istituzione attuale (contro il 52% di giudizi positivi nel Centro-Nord).
Seppur, ormai, la stragrande maggioranza dei giovani italiani ritenga accettabile la convivenza al di fuori del matrimonio (circa 8 giovani su 10), esiste una certa eterogeneità geografica nelle risposte che vede al Sud una visione un po’ più tradizionale dell’unione fra partner: mentre la percentuale di chi ritiene socialmente accettabile la convivenza al di fuori del matrimonio è pari all’83% dei giovani al Nord, tale percentuale scende al 76,6% nelle Regioni meridionali, mentre al Centro si attesta su valori intermedi (81,3%). Questi dati sembrano confermare, in un quadro comunque aperto nei confronti di forme di unione alternative, una sfumata preferenza al Sud in favore del matrimonio.