Ultime notizie

Indice globale fame 2018: “124 milioni di persone soffrono di fame acuta”

«Dovremmo sforzarci – prosegue Emmi – di non guardare sempre al fenomeno delle migrazioni dalla nostra prospettiva Europea. La maggior parte dei migranti forzati nel mondo vive, infatti, da sfollati nel proprio Paese o nei Paesi confinanti. Per darvi un’idea: 8 migranti africani su 10 vivono all’interno dello stesso continente».

Lo ha affermato ieri a Milano Valeria Emmi, coordinatrice delle attività di advocacy dell’Ong Cesvi, commentando l’indice globale della fame 2018

Chi lascia forzatamente  il proprio Paese  per  cercare fortuna in un altro lo fa, nella quasi totalità dei casi, per cause di forza maggiore, la fame è una di queste. Anzi: indubbiamente la  principale. È questo il raccapricciante quadro che ci fornisce l’Indice globale della fame 2018. A citare, spiegare e commentare il rapporto è stata Valeria Emmi, coordinatrice delle attività di advocacy dell’Ong Cesvi, intervenendo ieri mattina a Milano, nella sede dell’Ispi, alla presentazione del 13° Global Hunger Index (GHI).

Valeria Emmi, coordinatrice delle attività di advocacy dell’Ong Cesvi

 

«L’indice globale della fame 2018 – afferma – evidenzia in maniera chiara il nesso sempre più forte tra migrazioni forzate e fame». 

«Dovremmo sforzarci – prosegue Emmi – di non guardare sempre al fenomeno delle migrazioni dalla nostra prospettiva Europea. La maggior parte dei migranti forzati nel mondo vive, infatti, da sfollati nel proprio Paese o nei Paesi confinanti. Per darvi un’idea: 8 migranti africani su 10 vivono all’interno dello stesso continente».

In Africa, come in altri Paesi, la fame è nel vero senso della parola un problema di vitale importanza: «Ed è qui – spiega – che la fame rappresenta per molti un pericolo persistente. I più importanti campi profughi al mondo, quelli che raccolgono persone provenienti da Afghanistan, Myanmar, Somalia, Sud Sudan e Siria, ospitano molti più sfollati forzati di quanti non ne arrivino in Europa. Le stime più recenti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) parlano di 68,5 milioni di persone che sono state costrette ad abbandonare la propria casa: tra questi 40 milioni, la parte più consistente, sono sfollati interni, 25,4 milioni sono rifugiati in altri Paesi e 3,1 milioni richiedenti asilo. Il GHI 2018 definisce alcune linee guida per affrontare gli effetti del nesso fame-migrazioni a partire dalla necessità di soluzioni politiche per evitare i conflitti e migliorare la trasparenza dei governi nella gestione degli aiuti. Inoltre si suggerisce un approccio di lungo periodo per contrastare l’insicurezza alimentare puntando sulle risorse locali».

«Occorre – conclude Daniela Bernacchi, direttore generale di Cesvi –  puntare sulla resilienza delle comunità locali attraverso interventi mirati».