Covid-19, Unicef: 14 consigli per parlarne a bambini e adolescenti
"È importante – sottolinea Francesco Samengo - mantenere un dialogo aperto e di supporto con i nostri figli. Questo può aiutarli a comprendere meglio, ad affrontare la situazione nel modo migliore possibile ed anche ad apportare un contributo positivo per gli altri"

L’Unicef, in questi giorni, ha diffuso otto consigli per parlare al meglio del Coronavirus Covid-19 ai bambini: «Con tante informazioni che ascoltiamo ogni giorno – osserva Francesco Samengo, presidente dell’Unicef Italia – è comprensibile che i nostri figli si sentano in ansia. I bambini potrebbero avere difficoltà a capire quello che vedono online o in tv – o che sentono da altre persone – e quindi possono essere particolarmente vulnerabili a sviluppare una sensazione di ansia, stress e tristezza».

Da qui l’iniziativa di realizzare un breve vademecum con dei suggerimenti su come parlare ai bambini del Coronavirus: «È importante – sottolinea Samengo – mantenere un dialogo aperto e di supporto con i nostri figli. Questo può aiutarli a comprendere meglio, ad affrontare la situazione nel modo migliore possibile ed anche ad apportare un contributo positivo per gli altri».
Il primo degli otto punti è fare domande esplicite ed ascoltare: «Inizia incoraggiando tuo figlio a parlare della questione – consiglia l’organismo umanitario -. Cerca di capire di quanto è già a conoscenza e fatti guidare». Segue l’invito a essere sinceri: «Spiegare la verità secondo modalità a misura di bambino e insegnare loro come proteggere se stessi e i loro amici». Tra gli altri suggerimenti, «offrire rassicurazione; assicurarsi che non siano oggetto di stigmatizzazione o che non la provochino; cercare aiuto; prendersi cura di sé; chiudere le conversazioni con cura».
I CONSIGLI PER GLI ADOLESCENTI
Per le stesse motivazioni, l’Unicef ha elaborato anche sei indicazioni per aiutare gli adolescenti ad affrontare il tempo del Coronavirus Covid-19: «Riconoscere che il tuo stato di ansia è completamente normale, creare distrazioni, trovare nuovi modi per connettersi con gli amici, concentrati su di te, ascoltati e sii gentile con te stesso e con gli altri».
Questi i consigli indirizzati agli adolescenti per affrontare al meglio l’emergenza sanitaria: «Essere un adolescente è dura in ogni circostanza – riconosce Samengo -, e il coronavirus lo rende ancora più difficile. Con la chiusura delle scuole e la cancellazione di eventi, molti adolescenti stanno rinunciando ad alcuni dei momenti più importanti delle loro vite, oltre a quelli quotidiani come parlare con gli amici e frequentare la scuola. Agli adolescenti che stanno affrontando cambiamenti di vita a causa dell’epidemia e che si sentono in ansia, isolati e amareggiati, sappiate “Non siete soli”».

Inoltre in un dialogo con Lisa Damour, psicologa esperta per l’adolescenza, autrice di best seller ed editorialista mensile del New York Times, l’Unicef ha voluto comprendere come prendersi cura di se stessi e della propria salute mentale in questo periodo. Gli stati di ansia dovuti al Covid-19 sono comprensibili, ma anche agli adolescenti viene chiesto di consultare «fonti affidabili come i siti dell’Unicef e dell’Oms per reperire informazioni o verificare le informazioni con cui sei entrato in contatto attraverso canali meno attendibili», raccomanda la Damour. In aggiunta, la psicologa invita i ragazzi ad informare i genitori o gli adulti di cui ci si fida se non ci si sente bene o se ci si sente preoccupati riguardo al virus.
Tra i suggerimenti per “creare distrazioni” Lisa Damour propone di fare i compiti, guardare i film preferiti o andare a dormire con un libro, per trovare sollievo e un equilibrio quotidiano: «E se i social media sono un ottimo modo per rimanere in contatto – ammonisce l’esperta – non bisogna però avere un accesso illimitato». La psicologa, infine, ha esortato ad affrontare la delusione per le attuali limitazioni innanzitutto ascoltandola. E poiché alcuni adolescenti stanno subendo bullismo e abuso a causa del coronavirus, bisogna incoraggiare le vittime a rivolgersi ad amici o adulti per ricevere aiuto e sostegno.