Coldiretti: “Sono oltre un milione i nuovi poveri a causa del lockdown”
"Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà - racconta la Coldiretti -, si presentano persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. E ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto, perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà"

«Salgono di oltre un milione i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare, per effetto delle limitazioni imposte per contenere il contagio e la conseguente perdita di opportunità di lavoro, anche occasionale». È emerso da una stima compiuta dalla Coldiretti a due mesi dall’inizio del primo lockdown in alcune aree e che poi è stato ampliato a tutta Italia, sulla base delle persone che hanno beneficiato di aiuti alimentari con i fondi Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti) distribuiti da enti come la Caritas e il Banco Alimentare.
Questi ultimi, in particolare, registrano un aumento anche del 40% delle richieste di aiuto, con picchi anche superiori in alcune zone del Paese: «Fra i nuovi poveri – sottolinea la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro e non possono utilizzare lo smart working, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà, si presentano persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. E ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto, perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà».
Le situazioni difficili sono diffuse in tutto il Paese: «Ma le maggiori criticità – precisa la Coldiretti – si registrano nel Mezzogiorno con il 20% degli indigenti che si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia, ma situazioni diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e nella Lombardia (9%), dove più duramente ha colpito l’emergenza sanitaria, secondo gli ultimi dati Fead».
Ma, dall’altra parte, sono tanti gli italiani pronti ad offrire aiuto al prossimo. Quasi 4 italiani su 10 (39%) hanno comunicato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori con la spesa sospesa, secondo quanto riportato dal’indagine Coldiretti/Ixè. L’emergenza e il nuovo clima di solidarietà sociale instaurato fra le persone, magari sconosciute fra loro, ma accomunate dalla lotta per resistere alla pandemia, hanno spinto gli italiani a muoversi in favore degli altri: oltre un terzo (36%) lo ha fatto con donazioni via web, il 17% ha usato il telefono, mentre 1 italiano su 4 (25%) si è preoccupato di fare la spesa per anziani e disabili. E una fetta altrettanto importante della popolazione, pari al 24%, si è dedicata all’acquisto di pacchi alimentari per i bisognosi o ha aderito a iniziative di spesa sospesa, come quella avviata da Coldiretti nei mercati di Campagna Amica in tutta Italia.