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“100 anni fa il Signore ha visitato il suo popolo, ha inviato Giovanni Paolo II”

"Il primo compito di un vescovo - sottolinea il Papa - è pregare e lui lo sapeva, lo faceva. Ci ha insegnato che quando un vescovo fa l’esame di coscienza la sera deve domandarsi “Quante ore oggi ho pregato?”

Lo ha affermato oggi Papa Francesco, celebrando la messa nel centenario della nascita di San Giovanni Paolo II

Papa Francesco pronuncia l'omelia davanti la tomba di San Giovanni Paolo II -Foto Vatican Media/SIR

L’omelia di Papa Francesco, nella messa celebrata stamani dall’altare posto sulla tomba di San Giovanni Paolo II nella basilica di San Pietro, ha approfondito le tre parole chiave che hanno caratterizzato il pontificato di Karol Wojtyla, ricordato oggi nel centenario della sua nascita: «La preghiera – elenca il Papa -, la vicinanza al popolo e l’amore alla giustizia».

Il Pontefice ha avviato la sua riflessione partendo dal ritornello del salmo responsoriale “Il Signore ama il suo popolo”: «È una verità che Israele ama ripetere – osserva -, e anche nei momenti brutti, sempre, il Signore ci ama. Il Signore ha visitato il suo popolo. Lo stesso diceva la folla che seguiva Gesù, vedendo le cose che faceva Gesù “Il Signore ha visitato il suo popolo”. E oggi possiamo dire che cento anni fa il Signore ha visitato suo popolo. Ha inviato un uomo, lo ha preparato per fare il vescovo e guidare la Chiesa. Facendo memoria di San Giovanni Paolo II, riprendiamo questo “Il Signore ama il suo popolo, il Signore ha visitato il suo popolo, il Signore ha inviato un Pastore”».

Quindi Papa Bergoglio ha esaminato più in dettaglio le tre parole chiave estrapolate dalle «tante tracce di un buon Pastore che possiamo trovare in san Giovanni Paolo II. La preghiera, la vicinanza al popolo e l’amore alla giustizia. San Giovanni Paolo II è stato un uomo di Dio perché pregava, e pregava tanto. Lui sapeva bene che il primo compito di un vescovo è pregare. E questo non lo ha fatto il Vaticano II, lo ha detto San Pietro, che quando hanno fatto i diaconi disse: E a noi vescovi, il primo compito è pregare”. Il primo compito di un vescovo è pregare e lui lo sapeva, lo faceva. Ci ha insegnato che quando un vescovo fa l’esame di coscienza la sera deve domandarsi “Quante ore oggi ho pregato?”».

San Giovanni Paolo II

San Giovanni Paolo II, inoltre, era “uomo di vicinanza”: «Non era un uomo distaccato dal popolo – precisa Francesco -, anzi andava a trovare il popolo. Girò il mondo intero cercando il suo popolo, facendosi vicino. E la vicinanza è uno dei tratti di Dio con il suo popolo. Ricordiamo che il Signore dice al popolo di Israele “Quale popolo ha avuto suoi déi così vicini come tu con me?”. Vicinanza di Dio col popolo che poi si fa stretta, forte in Gesù. Un pastore è vicino al popolo. Al contrario non è pastore, è gerarca, un amministratore forse buono ma non è pastore. Vicinanza al popolo, e San Giovanni Paolo II ci ha dato un esempio di vicinanza. Vicinanza ai grandi e ai piccoli, ai vicini e ai lontani, sempre vicino, si faceva vicino».

Infine, l’amore alla giustizia: «Ma alla giustizia piena. San Giovanni Paolo II era un uomo che voleva la giustizia sociale, la giustizia dei popoli, la giustizia che cacciava via le guerre. Ma la giustizia piena. Per questo San Giovanni Paolo II era un uomo di misericordia, perché giustizia e misericordia vanno insieme, non si possono distinguere, l’una senza l’altra non si trova. Pensiamo a quanto ha fatto perché la gente capisse la misericordia di Dio. Pensiamo a come lui ha portato avanti la devozione a santa Faustina, oggi la sua memoria liturgica sarà per tutta la Chiesa. San Giovanni Paolo II aveva sentito che la giustizia di Dio aveva questo atteggiamento di misericordia, e questo è un dono che ci ha lasciato lui. La giustizia misericordiosa e la misericordia giusta».

Quindi la preghiera finale: «Che san Giovanni Paolo II ci dia a tutti noi, specialmente ai pastori della Chiesa – conclude il Papa -, la grazia della preghiera, la grazia della vicinanza e la grazia della giustizia-misericordia, misericordia-giustizia».

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Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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