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Unicef: “A tutti bambini, specie disabili e disagiati, sia garantito di continuare gli studi”

Nel mondo, secondo l'Unicef, sono circa 1,2 miliardi i bambini in età scolare ad essere stati maggiormente colpiti dalla chiusura, dovuta alla pandemia di Covid-19, dovendo confrontarsi con la realtà dell’apprendimento da remoto

È l’appello rivolto da Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia

È stato approvato oggi in via definitiva dalla Camera dei deputati, il Decreto scuola che oltre a disciplinare i prossimi esami di Stato, tra le altre cose, rende sindaci, presidenti d Provincia e di città metropolitane commissari in materia di edilizia scolastica, così da attuare più speditamente tutti gli interventi necessari per riportare in sicurezza gli alunni in classe al tempo del Coronavirus Covid-19.

Un ritorno in classe dei bambini che torni ad assicurare a tutti, indistintamente, il diritto allo studio: «In previsione della riapertura delle scuole a settembre prossimo – esorta Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia -, è necessaria una risposta coordinata per garantire a tutti i bambini, in particolare a quelli con disabilità o in condizione di grave disagio familiare, di continuare il percorso di studi. È importante mettere a punto, entro l’estate, un piano che preveda il rientro in sicurezza dei bambini nelle aule scolastiche, garantendo omogeneità sul territorio nazionale, senza gravare troppo sui singoli Istituti scolastici».

Francesco Samengo,presidente di Unicef Italia

Tutto questo per mettersi alle spalle un anno scolastico, quello appena concluso, che ha escluso dalle lezioni tanti, troppi bambini appartenenti a famiglie fragili: «Un anno segnato dall’emergenza Covid-19 – ricorda Samengo – che ha messo in luce una serie di disparità e diseguaglianze a livello nazionale per i bambini e le loro famiglie nell’accesso a internet e conseguentemente alla didattica online. Nonostante gli sforzi messi in campo dalle Istituzioni per garantire la didattica a distanza, questo tipo di modalità di apprendimento rischia di lasciare indietro i bambini e gli adolescenti più vulnerabili».

E i dati lo confermano, dato che una recente indagine Istat ha stabilito come il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni non ha un computer o un tablet a casa, una quota che raggiunge quasi un quinto nel Mezzogiorno (470 mila ragazzi). Inoltre, solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per ogni componente. Infine, oltre un quarto delle persone vive in condizioni di sovraffollamento abitativo, una quota che sale al 41,9% tra i minori.

L’ISTRUZIONE NEL MONDO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS COVID-19

Robert Jenkins, responsabile Unicef per l’Istruzione

Nel mondo sono circa 1,2 miliardi i bambini in età scolare ad essere stati maggiormente colpiti dalla chiusura, dovuta alla pandemia di Covid-19, dovendo confrontarsi con la realtà dell’apprendimento da remoto. Lo ha denunciato ancora l’Unicef, ricordando che «le disuguaglianze intrinseche nell’accesso agli strumenti e alla tecnologia minacciano di ampliare la crisi globale dell’apprendimento». Secondo il responsabile Unicef per l’Istruzione, Robert Jenkins, «l’accesso alle tecnologie e ai materiali necessari per continuare ad apprendere mentre le scuole sono chiuse è ampiamente diseguale. Allo stesso modo, i bambini con un sostegno limitato all’apprendimento a casa non hanno quasi nessun mezzo per sostenere la loro istruzione. Fornire una serie di strumenti di apprendimento e accelerare l’accesso a internet per ogni scuola e per ogni bambino è fondamentale».

L’organismo internazionale ha presentato anche gli ultimi dati sull’accesso all’apprendimento da remoto: «In 71 Paesi del mondo – illustra l’Unicef -, meno della metà della popolazione ha accesso ad internet. Nonostante questa disparità, il 73% dei governi su 127 Paesi presi in esame utilizza piattaforme on line per consentire l’istruzione mentre le scuole sono chiuse. Nei Paesi della regione dell’America Latina e dei Caraibi il 90% delle risposte del governo in materia di apprendimento continuo comprendono piattaforme on line. Nella maggior parte dei Paesi dell’Africa meno di un quarto della popolazione ha accesso ad internet». Inoltre, i dati Unicef relativi a 14 Paesi hanno fatto emergere che «i bambini in età scolare con accesso a internet a casa hanno capacità di lettura di base più alte rispetto ai bambini che non hanno accesso ad internet».

In tutto questo, resta la televisione il canale maggiormente utilizzato dai governi per garantire l’istruzione da casa: «Con 3 governi su 4, su 127 Paesi analizzati – precisa l’Unicef -, che utilizzano la televisione come risorsa per l’istruzione dei bambini». In 40 su 88 Paesi con dati disponibili, i bambini che vivono in città hanno almeno il doppio delle probabilità di avere una tv rispetto ai bambini in aree rurali. Le disparità sono più accentuate nell’Africa Sub Sahariana. La radio è invece la terza piattaforma più utilizzata dai governi per consentire l’istruzione mentre le scuole sono chiuse, «con il 60% dei 127 Paesi analizzati che la utilizzano – riporta l’Unicef -. Possedere una radio varia ampiamente nei diversi Paesi. Solo 1 famiglia su 5 in Asia del Sud ha una radio, rispetto a 3 su 4 in America Latina e nei Caraibi».

E oltre la metà dei Paesi utilizza sms, telefoni cellulari o social media come mezzo alternativo per l’istruzione, con il 74% dei Paesi analizzati in Europa e Asia Centrale che utilizzano questo metodo. Circa la metà dei 127 Paesi analizzati garantisce risorse stampate per studiare a casa; solo l’11% offre lezioni a domicilio. Considerando poi che quasi tutte le tecnologie utilizzate si servono dell’elettricità, anche questo fattore incide e crea disuguaglianze tra famiglie ricche e famiglie povere. Infatti, dei 28 Paesi con dati disponibili, solo il 65% delle famiglie del 20% più povero ha elettricità, rispetto al 98% delle famiglie del 20% più ricco.

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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