“Su quel crinale, il Paradiso”
"Tra colti rimandi e preziose rievocazioni mitologiche – sottolinea Massimo Pasqualone, critico letterario -, il poeta, sul filo del ricordo, costruisce un testo poetico di stampo impressionistico, con sensazioni sinestetiche che introducono il lettore in una ragnatela di emozioni"

S’intitola “Su quel crinale, il Paradiso” il nuovo componimento poetico di Nicola D’Angelo: luogotenente dei Carabinieri e comandante di stazione a Civitaquana che nel tempo libero, smessi i panni di tutore dell’ordine, si dedica alla sua grande passione per la poesia che gli ha fatto vincere numerosi premi. Il testo poetico è dedicato a Vestea, frazione montana di Civitella Casanova (Pescara), dove l’artista ha trascorso parte della sua infanzia.

I versi sono dedicati ai suoi nonni materni e allo zio Nicolino, non più fra noi: «Tra colti rimandi e preziose rievocazioni mitologiche – sottolinea Massimo Pasqualone, critico letterario -, il poeta, sul filo del ricordo, costruisce un testo poetico di stampo impressionistico, con sensazioni sinestetiche che introducono il lettore in una ragnatela di emozioni. Riemerge il passato, la memoria diviene franta, il verso si fa constatazione di un tempo che non è più, di un eterno sviluppo delle stagioni, che solo la poesia vera sa così bene rendere plastico».

Alla poesia è stata associata una magnifica rappresentazione pittorica di Vestea del 1923 realizzata dalla pittrice Romina Galgano, coniuge di Nicola D’Angelo.