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San Giuseppe. Vero sposo di Maria (I)

San Giuseppe merita un ruolo centrale nella cristologia. Il titolo «sposo di Maria» legittima innanzitutto la discendenza davidica.

Lo sposalizio di Maria e Giuseppe

Il 23 gennaio la liturgia celebra lo Sposalizio della Vergine Madre di Dio Maria con san Giuseppe. Ma questo vero matrimonio era veramente necessario? 

Davanti a questa domanda non è raro assumere un atteggiamento evasivo, proprio di chi consideri l’argomento più come una difficoltà da superare che un evento appartenente al contenuto della rivelazione. Se consideriamo la questione del matrimonio tra Giuseppe e Maria, è bene iniziare col dire che lo stato giuridico dei due è di rilevanza teologica per la Chiesa apostolica. Lo scrive espressamente Giovanni Paolo II nella sua Esortazione apostolica Redemptoris custos (=RC): «Anche per la Chiesa, se è importante professare il concepimento verginale di Gesù, non è meno importante difendere il matrimonio di Maria con Giuseppe, perché è da esso che dipende la paternità di Giuseppe. Di qui si comprende perché le generazioni sono state elencate secondo la genealogia di Giuseppe» (n.7).

La RC dedica largo spazio alla verità di questo matrimonio, perché è il fondamento della paternità di Giuseppe. Gli evangelisti, pur affermando chiaramente che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che in quel matrimonio è stata conservata la verginità (cfr Mt 1-18,25; Lc 1, 26-38), chiamano Giuseppe «sposo di Maria» e Maria «sposa di Giuseppe» (cf Mt 1, 16.18-20.24; Lc 1,27;2,5). Così è per la Chiesa: se è importante professare il concepimento verginale di Gesù, non dovrebbe esserlo meno difendere il matrimonio di Maria con Giuseppe perché giuridicamente è da esso che dipende la paternità di Giuseppe e, da questa, a sua volta, dipende la discendenza davidica di Gesù e, soprattutto, il titolo che ne deriva: Messia, termine ebraico che in greco si traduce Cristo. Infatti, secondo la promessa fatta da Dio al re Davide, il Messia sarebbe stato un suo discendente (cfr. 2 Samuele 7). Il titolo «sposo di Maria» è quello che giustifica la presenza di Giuseppe, «figlio di Davide», nella genealogia di Gesù con lo scopo preciso di convalidarne la discendenza davidica, nonostante non sia lui a generarlo. Gesù è «figlio di Davide» perché Giuseppe, sposo di sua Madre Maria, è «figlio di Davide».

Quanto detto dovrebbe essere sufficiente per capire l’importanza di Giuseppe per la cristologia. Ma affidiamoci al pensiero di Agostino: «A motivo di quel matrimonio fedele meritarono entrambi essere chiamati genitori di Cristo, non solo quella madre, ma anche quel suo padre, allo stesso modo che era coniuge di sua madre, entrambi per mezzo della carità, non della carne (Agostino, De nuptiis et concupiscentia, I, 11, 12)». Queste ultime parole di Agostino ci richiamano a un problema nodale, che sarà oggetto del prossimo articolo. Giuseppe è chiamato «sposo di Maria», avendola come coniuge nella carità – nella continenza –, non per l’unione sessuale ma per l’unione della carità. Se così è, resta da chiederci: quel matrimonio senza l’unione della carne è valido? Rispondere a questa domanda permetterà di capire come una buona pastorale della famiglia, che voglia rispondere alle domande “dentro” e “fuori” la chiesa, non dovrebbe prescindere dal contemplare il matrimonio tra Maria e Giuseppe: «Matrimonio vero», «non concubitu, sed affectu» (non per l’unione sessuale, ma per affetto).

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  1. San Giuseppe. Verginità e matrimonio | La Porzione

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