Firmata la Carta di Firenze: “L’aspirazione dei popoli alla pace”
"Oggi a Firenze – commenta Dario Nardella - abbiamo raggiunto un traguardo storico. La firma di un documento che contiene impegni concreti, condivisioni di valori tra vescovi del Mediterraneo e sindaci delle più importanti città di questo mare, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa. Un fatto storico che segue un percorso avviato 70 anni fa dal sindaco Giorgio La Pira ma che guarda al futuro"

Ieri 60 vescovi e 65 sindaci del Mediterraneo, nel corso dell’incontro avvenuto a Palazzo Vecchio nel capoluogo toscano che si concluderà oggi, hanno firmato la Carta di Firenze: «Non è una legge – spiega il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana -, ma profeticamente è qualcosa di più: l’aspirazione dei popoli alla pace, alla giustizia, all’uguaglianza dei diritti, alla libertà intesa che sottolinea un bene comune».
E a fare il punto sui lavori, è stato proprio il cardinale Bassetti intervenuto in conferenza stampa con il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Lavori – sottolinea il porporato – che hanno visto una sintonia profonda tra i sindaci, molti dei quali giovani. I sindaci non sono i Capi di Stato, ma i capi delle città – che come diceva La Pira -, sono organismi vivi, quindi nascono, si sviluppano e possono morire. Non hanno un concetto statico come per lo Stato. Vedere tra questi sindaci tante persone giovani è già un motivo di speranza».
Quindi il cardinale ha rivolto un pensiero sul conflitto russo-ucraino, rilanciando la necessità di «trovare vie di dialogo e di negoziato per costruire la pace in Ucraina come anche in tante altre zone di conflitto». Quindi il presidente dei vescovi italiani ha raccontato la comunicazione con la quale Papa Francesco, per motivi di salute, l’ha informato che oggi non presiederà la messa conclusiva dell’Incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo: «Voglio che sia tu a rappresentarmi a Firenze – afferma Bassetti, citando le parole del Pontefice -. Sono bloccato, non mi posso muovere, ho disdetto anche le Ceneri. Voglio che sia tu a rappresentarmi perché hai concepito questa iniziativa. Sarei venuto con il cuore».

Quindi, per il presidente della Cei in scadenza di mandato, l’auspicio che l’incontro prosegua anche nel futuro: «Ci sarà un altro presidente – conclude – e spero che la Cei ritenga opportuno raccogliere il testimone». Soddisfatto, inoltre, il sindaco di Firenze per la firma del documento: «Oggi a Firenze – commenta Dario Nardella – abbiamo raggiunto un traguardo storico. La firma di un documento che contiene impegni concreti, condivisioni di valori tra vescovi del Mediterraneo e sindaci delle più importanti città di questo mare, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa. Un fatto storico che segue un percorso avviato 70 anni fa dal sindaco Giorgio La Pira ma che guarda al futuro».
Tra i punti del documento, c’è una ferma condanna alla guerra in Ucraina: «In questa dichiarazione – conferma il sindaco di Firenze – c’è una condanna ferma, senza se e senza ma, dell’aggressione militare russa all’Ucraina e l’espressione di grande vicinanza a tutto il popolo ucraino da parte di tutti i sindaci. Dobbiamo considerare che molti dei sindaci presenti oggi, arrivano da Paesi che sono ancora formalmente in stato di conflitto militare tra di loro o comunque hanno pessimi rapporti diplomatici. Che sindaci di queste città, si siano ritrovati in un momento drammatico di guerra, e abbiano firmato questa Carta è un fatto importante. Porteremo questa Dichiarazione al Santo Padre appena possibile e anche a tutti i leader di Europa e del mondo, perché possa diventare uno strumento di lavoro. Ancora più significativo è che la firma sia arrivata oggi in un momento di guerra. Per questo nella dichiarazione chiediamo l’immediata sospensione dei combattimenti – o perlomeno tregua – e l’apertura immediata di un negoziato per la pace in Ucraina».
Nardella ha poi dichiarato di non aver avuto “nessuna risposta” alle lettere inviate dai sindaci del Mediterraneo ai sindaci di Mosca e di Kiev: «Conosco personalmente Vitali Klitschko, sindaco di Kiev – ha detto Nardella -. Firenze è la prima e unica città italiana gemellata con Kiev cui siamo legati in modo forte. Ho sentito l’ultima volta Vitali mercoledì sera e da allora non ho più avuto notizie. Speriamo stia bene e sia in salvo. Spero che entrambi i sindaci rispondano. Firenze ha avuto ottimi rapporti sia con Mosca che con san Pietroburgo. Credo ancora nella diplomazia delle città. Non perdo la speranza che arrivi una risposta». E oggi a Firenze, alle 17, si terrà una manifestazione a favore della pace: «Abbiamo invitato anche la comunità russa fiorentina – conclude il primo cittadino -. Sarebbe bello vedere cittadini ucraini e russi insieme per chiedere la pace con noi. Ci saranno anche alcuni sindaci che hanno partecipato al forum». Sarà presente anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
Sulla Carta di Firenze si è espresso anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: «Una Carta importante in un momento tragico della storia dell’Europa – commenta -, che ci rende ancora di più consapevoli nostra responsabilità di costruire e praticare il dialogo e la pace. Se vuoi la pace devi preparare la pace – aggiunge, citando il detto -. Il che significa non soltanto condannare la guerra, l’aggressione, chiedere che si fermino le armi o come sta dicendo la comunità di Sant’Egidio che Kiev sia una città aperta, oppure dire che bisogna rispondere con le sanzioni e tutti mezzi di cui dispone la comunità internazionale per fermare l’aggressione».
Da qui l’importanza dell’incontro tra i vescovi e i sindaci del Mediterraneo: «Siccome sappiamo che la pace non è solo assenza di guerra – la tesi di Gualtieri –, questa cooperazione tra sindaci ed esponenti religiosi deve portare a restituire alle città un ruolo da protagonista di costruttori ponti e di sviluppo sostenibile e inclusivo, per affrontare insieme le grandi sfide del mondo di oggi. Se le città del Mediterraneo realizzano ponti di cooperazione, di dialogo interreligioso, di costruzione di un percorso insieme per l’educazione e la cultura, possiamo dare concretamente un contributo alla difesa e alla preparazione della pace, anche di fronte alle immagini drammatiche dell’Ucraina di fronte all’inaccettabile invasione della Russia, mentre in altre zone del Mediterraneo assistiamo al virus della guerra e dei muri. Costruendo ponti e relazioni, le città del Mediterraneo possono giocare un ruolo attivo nel raggiungimento di obietti di sviluppo sostenibile e inclusivo, condizione della costruzione di una pace robusta e duratura».