Cop28: “Bene uscire dalle fonti fossili, ma temiamo il reale impegno per farlo”
"A coloro che si sono opposti a un chiaro riferimento all’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel testo della Cop28 – sottolinea Antonio Guterres, segretario generale dell'Onu -, voglio dire che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile, che piaccia o no. Speriamo che non arrivi troppo tardi"
“Transizione in uscita dalle fonti fossili in modo ordinato ed equo”. È questa la frase chiave contenuta nell’articolo 28 della dichiarazione conclusiva della Conferenza sul clima (Cop28) di Dubai, siglata ieri a conclusione dell’evento, che sancisce la graduale uscita dall’utilizzo dei combustibili fossili – accelerando l’azione in questo decennio critico – per arrivare alle emissioni zero nel 2050. Secondo alcuni questa conclusione è stata un grande successo viste le premesse iniziali, con il disaccordo espresso dai Paesi produttori di petrolio sull’ipotesi di un abbandono totale delle fonti energetiche fossili, mentre secondo altri si è trattato di un ennesimo compromesso a ribasso. Ma si tratta pur sempre di un passo in avanti, nel rispetto dell’Accordo sul clima siglato a Parigi nel 2015 per ridurre le emissioni e contenere l’aumento della temperature entro 1,5 gradi rispetto al periodo pre-industriale.
Nella dichiarazione finale è stata espressa anche la necessità di triplicare l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, duplicandone l’efficienza energetica entro il 2030. Inoltre è stato messo nero su bianco la volontà di aumentare il ricorso all’energia nucleare, triplicandone la potenza entro il 2030. Un’altra strategia compresa nell’accordo è stata poi quella di ridurre l’emissione di gas climalteranti mediante la cattura del carbonio. Invece la nota dolente è rappresentata dalla scarsa considerazione data al metano, un gas serra capace di generare riscaldamento con un potenziale di quasi trenta volte superiore rispetto all’anidride carbonica, che viene solo citato nella dichiarazione finale della Cop28 unitamente agli altri gas climalteranti. Si parla di ridurne rapidamente le emissioni, in gran parte generate dagli allevamenti di bestiame nonché dai processi estrattivi degli idrocarburi, entro la fine del decennio.
Un accordo, quello siglato a Dubai, che ha in parte soddisfatto negoziatori e osservatori a partire dalla Chiesa europea: «La Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece) – afferma Padre Manuel Barrios Prieto, segretario generale dell’organismo ecclesiale – accoglie con favore il difficile accordo raggiunto sull’eliminazione dei combustibili fossili, ma siamo preoccupati per il reale impegno delle parti per attuarlo in modo efficace. La Comece accoglie con favore il consenso su alcune questioni essenziali, come affrontare seriamente le perdite e i danni (Loss & Damage) ed eliminare gradualmente i combustibili fossili in modo giusto. Allo stesso tempo, temiamo che il linguaggio vago possa indicare una mancanza di impegno serio. Facciamo appello ai partiti affinché superino gli interessi di parte e intraprendano passi concreti per il bene comune, la cura della nostra casa comune e la giustizia intergenerazionale».
E a tal proposito, un ammonimento affinché si passi dalle parole ai fatti è giunto dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: «A coloro che si sono opposti a un chiaro riferimento all’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel testo della Cop28 – sottolinea -, voglio dire che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile, che piaccia o no. Speriamo che non arrivi troppo tardi. Naturalmente, le tempistiche, i percorsi e gli obiettivi saranno diversi per i Paesi a diversi livelli di sviluppo. Ma tutti gli sforzi devono essere coerenti con il raggiungimento dell’azzeramento globale entro il 2050 e con il mantenimento dell’obiettivo di 1,5 gradi. E i Paesi in via di sviluppo devono essere sostenuti in ogni fase del percorso. L’era dei combustibili fossili deve finire e deve finire con giustizia ed equità».