Ultime notizie

«Vespa, Schettino, e la… malafemmina»

Gli Italiani “oltre” gli stereotipi.

«Der Spiegel», fa’ poco lo spiritoso, perché – se Italia-Germania 4-3 non lo avete ancora digerito – l’esclusiva di “Schettino-capro espiatorio” è nostra, e la rivendichiamo con orgoglio. E tu, «Il Giornale», fa’ poco “l’avvocato delle cause perse”, perché gli italiani sanno difendersi da soli. Gli stereotipi, a noi italiani, non fanno paura: noi andiamo oltre.

Innanzitutto, gli Italiani, sono versatili. Gli avvenimenti degli ultimi mesi lo hanno dimostrato: gli Italiani capiscono…“Mari & Monti”.

Appena è apparso sulla scena “Monti-cravatta sempre azzurra” – perché siamo in crisi, e chi comanda deve dare esempio di austerità –, tutti gli Italiani improvvisamente sono diventati esperti dello Spread dei Btp sui Bund. Noi, cari tedeschi, ormai capiamo pure i Bund vostri, mentre voi, se entrate a Poste Italiane, riuscite a capire da dove inizia la fila? No, lo sappiamo, perché non siete versatili, non avete fantasia. Case, uffici, piazze – disseminati lungo lo Stivale – sono diventati tutti, è innegabile, un prolungamento della Borsa di Milano, di giorno; la sera, invece, ci ritroviamo da Vespa, perchè ha i grafici – quelli con le ascisse e le ordinate, e le percentuali del “Pil” –, mica ha solo i plastici di “Jettature” varie, come dicono alcuni maligni; è lì – da Vespa – che noi, dati alla mano, facciamo il punto sulla crisi economica, e il punto – ogni sera­ – è sempre lo stesso: «…perché domani è un altro giorno». Se non basta Vespa, c’è anche Giletti.

Se sono conoscitori di “Monti” e di manovre economiche, gli Italiani – ­comunque – conoscono molto bene anche i “Mari” e le manovre nautiche; certo, non al livello dei Tedeschi, ma – come dice «Der Spiegel» –, si sa, su queste cose influiscono anche «il clima e la lingua». Vuoi mettere lanciare un allarme da una nave – nei tempi dovuti­ – in italiano-sfumato napoletano, con il clima primaverile a gennaio, e vuoi mettere lanciarlo in tedesco-tedesco, con il clima di gennaio a gennaio? Hanno fatto bene, a ricordarcelo. Da oggi, anche se i Tedeschi si vestono male, chiuderemo un occhio: è solo colpa del loro clima e della lingua, in fondo. Comunque – contesto climatico e linguistico a parte – case, uffici, piazze – disseminati lungo lo Stivale – sono diventati tutti scuole nautiche e capitanerie di porto, di giorno; la sera, invece, ci ritroviamo sempre da Vespa, perché ha, sul vidiwall, la simulazione della famigerata “manovra-Schettino” all’Isola del Giglio, e poi ci sono i video formato smartphone dei passeggeri, i comandanti in pensione «ai tempi nostri il comandante era una cosa seria», e “Crepet-cachemire pastello” che elabora la paura ed il panico del mare, mica solo quelle delle “villette-killers”; e lì  – da Vespa – che noi, dati alla mano, ci facciamo un’idea precisa di come devono essere andate le cose all’Isola del Giglio, e le cose ci dicono – ogni sera – che la verità sui fatti è vicina: «…perché domani è un altro giorno». Se non basta Vespa, c’è anche Giletti.

Ecco spiegato, perché a noi, italiani, lo stereotipo «pizza, spaghetti, mandolino, mafia e…Schettino», ricordatelo tutti, non fa paura: noi andiamo oltre, andiamo a fondo delle cose. Analizziamo la vicenda Schettino, per esempio: andiamo oltre la manovra da “fanta-navigazione”, andiamo oltre l’equipaggio versato solo nelle lingue asiatiche, andiamo oltre gli ufficiali che giocavano a “nascondino” ­– quella sera, andiamo oltre le responsabilità della Compagnia “Costa Crociere e… fantasia”, e che ci rimane?

Gira che ti rigira, andando oltre, l’Italia, su una cosa si sta interrogando: «Ma vuoi vedere che, alla fine, e come sempre, la colpa è delle donne? Che ci faceva, infatti, la venticinquenne Moldava, senza prenotazione e cabina, sulla nave? Che ci faceva la suddetta al tavolo di Schettino a “sbevazzare” con lui? E nella plancia, mentre il comandante gridava “cazza… la randa”?». Femministe state calme, non cominciate a mobilitarvi, perchè già per le strade stanno manifestando panettieri, pescatori e farmacisti, e così rischiamo di intasare le strade, e per di più la benzina costa cara; e pure voi, mogli e madri coraggio ché lavorate in casa, fuori casa, e a volte pure sotto casa, non offendetevi, perché lo sappiamo che, voi, non «siete quel genere di donna lì».

Guardiamoci in faccia, però, stiamo ai fatti. Se una volta si diceva, con convinzione, – «Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna» –, da un po’ di tempo, invece, tutto ci porterebbe a dire: «Dietro un grande uomo c’è sempre il grande guaio di una donna».

A parte Schettino, Berlusconi, lo avete dimenticato – forse?

Berlusconi, dal niente, e sottolineo niente – perché non si è mai capito bene, come ha costruito “Milano 2” e “Milano 3”, ha inventato il “biscione Fininvest” (non fate ironia, se non conoscete l’araldica), è “sceso in campo” a Montecitorio e a San Siro, ha superato il “Lodo Alfano”, ha dribblato il “conflitto di interessi”, ha rinviato le leggi ad personam, ha respinto Biagi-Santoro-Luttazzi, e questo lo sappiamo; ma, andando oltre, chiediamoci: «Chi, veramente, è riuscito a fermare Berlusconi, in Italia?».

La risposta la sapete: è stata una donna, sì, una donna passata alla storia come “Ruby Rubacuori”. «Ma se hai 16 anni e ti vesti come una di trenta, se sei senza lavoro ma porti addosso tre-quattro mila euro – diciamocelo – un uomo sarà pure legittimato a pensare che sei una parente di Mubarak, venuta in Italia per perfezionare le lingue, o no?».

E tu, Schettino, non hai imparato dal “Ruby-gate”? Davanti alla storia, magistra vitae, la prossima volta, ricordati di fare… l’“inchino”, per non sbagliare!

La colpa, quindi, è sempre delle donne, e per giunta di quelle giovani e straniere? Beh, no, non vogliamo generalizzare, lo sappiamo che le donne non sono tutte uguali: da che mondo è mondo, parafrasando, c’è la “femmina” e la “malafemmina”.

Il tema è delicato, lo sappiamo, perché si rischia di cadere di nuovo negli stereotipi. Giletti, infatti, un tema così controverso, non l’ha mai affrontato, e Vespa, addirittura, ci ha scritto un libro: «Questo amore. Il sentimento misterioso che muove il mondo». E Vespa è stato bravo, è andato oltre gli stereotipi femminili: basta con “Penelope”, “Giulietta”, “Francesca”; basta con lo stereotipo delle donne che amano incondizionatamente, delle donne che aspettano l’uomo “tessendo la tela”, perchè non c’è più tempo di tessere la tela, e poi da IKEA ne trovi di bellissime a poco prezzo. Vespa è andato oltre. E come archetipo femminile, infatti, ha scelto Belen: bella, talentuosa, abbandona la sua terra dopo un’infanzia tormentata, viene in Italia, e di chi si innamora? Di Fabrizio Corona, si sa. Belen, sì, che è andata oltre: oltre lo stereotipo dell’uomo indagato, carcerato, tatuato, fallito per bancarotta, divorziato con prole, piantagrane. Perché lo ha fatto? Perché l’amore è quel «sentimento misterioso che muove il mondo», cosa altro bisogna dire: l’amore, quello vero, va oltre gli stereotipi.

A noi Italiani, – ricordiamolo pure ai Tedeschi – gli stereotipi non ci toccano: noi andiamo oltre.

Ma non staremmo andando, tutti, troppo oltre?

 

1 Comment on «Vespa, Schettino, e la… malafemmina»

  1. No-oltranzismo... // 4 Febbraio 2012 a 12:40 //

    … ma siate pii con Giletti, perché si avvicina il tempo Pasquale!

I commenti sono bloccati.