Avanti con la riforma del lavoro
La strada è ancora piena di ostacoli, ma la riforma del mercato del lavoro sta prendendo il giusto piede e la giusta direzione. È questo il pensiero delle Acli, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, che stimolano il Governo e le parti sociali a procedere con la trattativa con coraggio e senza rallentamenti, perché l’obiettivo di rendere più equo ed efficiente il mercato del lavoro non può attendere oltre.
Secondo le Acli, inoltre, la vera partita ancora tutta da giocare resta quella dei servizi per l’impiego e della formazione professionale: «È giusto – ha spiegato Maurizio Drezzadore, responsabile del Dipartimento Lavoro Acli – rendere universali gli strumenti di sostegno al reddito, sia in caso di perdita del lavoro sia nel caso di provvisoria crisi aziendale ed è giusto che la flessibilità in entrata abbia per le imprese una contribuzione più alta, perché il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà più frequente che nei casi di contratto a tempo indeterminato. Tuttavia, bisogna essere consapevoli che ogni riforma del mercato del lavoro, dovrà fare i conti con l’attuale assetto e con il sistema della formazione».
In base alle ultime rilevazioni, oggi solo il 3% del collocamento è intermediato dal sistema pubblico dei servizi per l’impiego e soltanto il 6% degli adulti beneficia di un percorso formativo di tipo professionale. Parlando, nello specifico, degli apprendisti, solo il 17% di loro fa formazione, nonostante la legge lo prescriva a tutti. Tutto questo, per non parlare dei giovani, dei quali appena il 6,5% accede alla formazione professionale: «Alla luce di questi dati – ha riflettuto Drezzadore – è evidente la necessità di una riorganizzazione dei sistemi che presidiano le politiche attive, perché siano effettivamente in grado di accompagnare, professionalizzare e inserire in nuovi lavori chi perde il posto o i giovani disoccupati».
Se tutto questo non avverrà, altrimenti, anche la nuova assicurazione sociale per l’impiego, l’Aspi, rischia di trasformarsi in un parcheggio per lavoratori espulsi: «Quanto più il nuovo sistema – ha ribadito il responsabile Lavoro delle Acli – si propone di superare le disuguaglianze e di contrastare l’assistenzialismo, tanto più dovrà essere efficace nel gestire la mobilità lavorativa promuovendo più formazione e più adeguati servizi».