Nel 1966 la prima esecuzione della cosiddetta «Messa beat» segnò un vero punto di svolta nella musica liturgica. In una chiesa su cui spirava il vento variabile del Concilio Vaticano II, quell’esperimento musicale divise il popolo cattolico sull'introduzione della musica leggera nella liturgia, tanto che S.S Paolo VI durante il suo difficile pontificato fu chiamato a pronunciarsi in merito.Tra continuità o discontinuità la prima «messa beat» innescò indirettamente un processo spontaneo che cambiò dal basso il modo di suonare e cantare nelle parrocchie italiane.
«Il lavoro nasce – conclude - da una comunità: bisogna investire in comunità che generino lavoro, perché i giovani diventino protagonisti. Di qui la scelta di investire anche negli oratori, con il progetto ‘LabOratori’, offrendo forme di formazione al lavoro anche nelle parrocchie, luoghi di formazione al senso e al valore del lavoro».
"Il primo compito di un vescovo - sottolinea il Papa - è pregare e lui lo sapeva, lo faceva. Ci ha insegnato che quando un vescovo fa l’esame di coscienza la sera deve domandarsi “Quante ore oggi ho pregato?”