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L’Italia in ripresa tra luci e ombre

Emerge dal 46° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese presentato oggi: “Per una vera ripresa serve un ponte tra potere e società”

«Nel 46° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, viene messa in luce la costanza vitale della nostra forza di sopravvivenza». Lo ha dichiarato questa mattina il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, presentando l’analisi a Roma: «Siamo sopravvissuti – ha esordito De Rita – a venti anni di Seconda Repubblica con governi dichiaratamente decisionisti, nei fatti incapaci di connettersi ai processi reali della società e delle persone. Siamo sopravvissuti a dieci anni di crisi, dal 2001 ad oggi, con nessun intervento di governo che l’abbia significativamente contrastata. Siamo sopravvissuti all’annus horribilis, cioè il 2011, con la caduta verticale del peso internazionale del nostro governo e della stessa nostra autonoma sovranità. Siamo sopravvissuti alla logica di governo altro e pedagogico dell’esperienza del governo tecnico. Sopravvivremo verosimilmente anche ai probabili e/o improbabili governi del prossimo futuro».

Giuseppe De Rita, presidente del Censis

Inoltre, per il presidente del Censis viene spontanea la domanda sul perché gli italiani siano costretti a sopportare governi in cui tutti vogliono governare, ma nessuno è d’aiuto allo stress generale di sopravvivenza, rispondendo che forse è ora di trovare un modo di governare che si connetta ai processi reali, in una nuova sperimentazione di unità di governo e popolo: «È in atto una reazione alla crisi – ha spiegato Giuseppe Roma, direttore generale del Censis – seppure differenziata e non ancora in grado di invertire pienamente le tendenze negative. Operano energie in molti settori del sociale e dell’economia, tendenti a ricollocare famiglie e imprese nel nuovo quadro nazionale e internazionale».

Secondo l’esperto, non si può non rilevare uno smottamento del ceto medio dovuto ai problemi lavorativi, ma soprattutto al cambiamento nella composizione sociale. Le nuove famiglie sono a più basso reddito, soprattutto quelle di giovani ed immigrati, e non riescono a progredire rapidamente. Per questo le classi medie che da vent’anni, dal 1991 al 2010, rappresentano circa il 20% delle famiglie italiane, hanno visto ridurre la ricchezza posseduta dal 66% al 48% del totale. Eppure, nonostante queste difficoltà, le famiglie italiane si stanno riposizionando su molti fronti: «Stanno reagendo – ha osservato Roma – utilizzando al meglio ciò di cui dispongono, utilizzano la rete per consumare in modo competente e per risparmiare iscrivendosi a gruppi d’acquisto digitali, e guardano con maggiore serietà alla formazione dei giovani, che ritengono debba essere più professionalizzante a tutti i livelli, dagli istituti tecnici alle università all’estero».

Giuseppe Roma, direttore generale del Censis

Tutto questo, mentre le imprese recuperano competitività all’estero ed espandono i mercati di destinazione anche nelle economie emergenti. Avanzano quindi il capitalismo collaborativo, le imprese al femminile, le nuove aziende dell’high-tech per l’80% nel mondo Internet. Non solo, perché la cooperazione rappresenta il 7% dell’economia e negli anni della crisi, dal 2007 al 2011, ha visto aumentare l’occupazione dell’8%, così come nel 2012 ha fatto segnare un +2,8%. Comunque, al di là di tutto, restano le incertezze politico-istituzionali: «Come un pendolo – ha paragonato il direttore generale del Censis – dopo un federalismo incompiuto assistiamo a un ricentralismo devitalizzante per il protagonismo dei territori. L’insieme della situazione socio-politica, poi, rischia di scatenare reazioni di rabbia, visto che corruzione, sprechi, evasione fiscale ed elevata pressione tributaria vengono individuate dagli italiani come specifiche ragioni della crisi».

Ed è proprio lo stallo della politica a far perdurare uno slittamento etico da cui si sta cercando di uscire fuori: «Se non si getta un ponte – ha concluso Giuseppe Roma – fra potere e società, che continuano a marciare separatamente, sarà difficile trasformare questi segnali di riattivazione sociale in una vera ripresa».

About Davide De Amicis (4624 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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