I valori cristiani nelle università cinesi

Proporre i valori cristiani nell’ambito accademico anche nelle facoltà diverse da quelle di teologia. Da ieri è possibile anche in Cina grazie all’accordo, firmato ieri, con cui la Repubblica di Cina (Roc) ha concesso alla Santa Sede sia il riconoscimento dei titoli di studio e dei gradi ecclesiastici rilasciati in ogni parte del mondo, sia il rispetto della normativa canonica sulla struttura e sulla gestione delle università cattoliche e delle facoltà ecclesiastiche di teologia a Taiwan e ancora la possibilità di proporre i valori cristiani nell’ambito accademico anche nelle facoltà diverse da quelle di teologia: «Queste ultime due garanzie – ha comunicato la sala stampa vaticana – sono contenute nell’articolo 2 che prevede il riconoscimento del carattere unico del sistema educativo, proprio delle università e facoltà ecclesiastiche ed implica il rispetto della legislazione accademica canonica, la salvaguardia del profilo cattolico delle istituzioni accademiche, l’esclusiva competenza della Santa Sede per i contenuti, per i programmi e per la nomina dei responsabili e dei docenti, nonché l’impegno scritto individuale, dei docenti e del personale amministrativo, per una condotta morale compatibile con la dottrina e la morale cattolica».
L’accordo era stato firmato a Taipei il 2 dicembre 2011 dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e dal Ministro dell’Educazione della Repubblica di Cina, Wu Ching-ji. Il 20 novembre scorso, l’assemblea parlamentare della Roc l’ha poi approvato all’unanimità. Nel dettaglio, si è trattato di un accordo di carattere culturale e amministrativo, sancito nel quadro della Convenzione Regionale dell’Unesco sul riconoscimento degli studi, diplomi e gradi nell’insegnamento superiore in Asia e nel Pacifico, firmata a Tokyo il 26 novembre 2011 con la partecipazione, fra gli altri Stati, della Repubblica Popolare Cinese e della Santa Sede. Due i settori che vengono regolati: quello propriamente accademico-amministrativo del riconoscimento reciproco di studi, qualifiche, diplomi e gradi, e quello della collaborazione nel campo dell’insegnamento superiore, che prevede una presenza della Chiesa cattolica nell’ambito universitario dell’area di lingua cinese.
Nell’accordo sono stati gestiti anche gli aspetti tecnico-burocratici del riconoscimento degli studi, delle qualificazioni, dei titoli e dei gradi, in conformità con le relative Convenzioni regionali dell’Unesco. Secondo la Santa Sede, l’accordo porterà vantaggi anche agli ecclesiastici che dalla Cina Continentale andranno a studiare presso l’Università Cattolica Fu Jen di Taipei.